31 Agosto 2022 - 11:32

La poliomielite torna a far paura: quale rischio per l’Italia?

"Nel nostro mondo interconnesso, una minaccia di malattia in un luogo è una minaccia di malattia ovunque", dice Hans Kluge dell'Oms Europa a proposito del nuovo allarme poliomielite

poliomielite

La poliomielite torna a far paura: il virus circolerebbe almeno da febbraio scorso a Londra e da diversi mesi ,trovando rifugio soprattutto nelle acque reflue, a New York dove un ragazzo è rimasto parzialmente paralizzato a causa della malattia.

Per scongiurare una nuova emergenza sanitaria globale, il direttore dell’Oms Europa Hans Kluge ha invitato “tutti coloro che non sono immunizzati, o i cui figli hanno saltato le vaccinazioni programmate”, a vaccinarsi il prima possibile contro la polio perché “in un mondo interconnesso come il nostro, una minaccia di malattia in un luogo è una minaccia di malattia ovunque”.

Di vaccini contro la poliomielite ne esistono due: il primo, brevettato da Albert Sabin a partire dal virus vivo attenuato, si assume per via orale. Una formula a cui negli anni è stata preferita quella di Jonas Salk che, iniettata, previene lo sviluppo della malattia senza tuttavia bloccarne la trasmissione virale.

E’ per questo che i nuovi casi di polio, lo scorso anno scovati di ritorno in almeno 21 Paesi del mondo dove il virus sembrava sparito, destano oggi una così alta preoccupazione: si calcola che per ogni persona la cui malattia sia sfociata in una paralisi flaccida acuta, almeno altre 100 potrebbero averla contratta senza accusare alcun sintomo.

In UK sono già partiti i richiami: il vaccino antipolio è stato caldamente consigliato soprattutto ai più piccoli.

E in Italia? L’ultimo caso di poliomielite nel nostro Paese è stato registrato nel 1982, anno in cui tra l’altro si è passati dalla formula orale alla formula iniettabile del vaccino. Da allora il Ministero della Salute tiene costantemente attivi dei sistemi di sorveglianza sia per le paralisi flaccide acute, per capire se queste siano effettivamente dovute a una recrudescenza del virus della polio, sia per monitorare la presenza di poliovirus nelle acque reflue, così da riuscire eventualmente ad isolare e mappare anche i casi asintomatici.