27 Gennaio 2020 - 17:08

Pubblicità: l’oggetto che passa, il brand che resta

pubblicità

Il concetto di pubblicità nella società contemporanea ingloba dentro di sé molteplici aspetti: si va dalle strategie di comunicazione più efficace online e offline alle tecniche da adoperare per fidelizzare il cliente

Negli ultimi decenni però ad avere un ruolo tutt’altro che marginale nel mondo della pubblicità è stata l’idea del brand. Con questo termine non si intende semplicemente il marchio dell’azienda di cui si è capo, ma il creare intorno ad essa una identità ben precisa.

Oggi più che mai, se si desidera far parte del mercato non ci si limita a vendere i propri beni o servizi, ma si ha l’obiettivo di rimanere impressi nella mente dell’acquirente. Questo, tradotto in termini pratici, significa raccontare una storia, farsi portavoce di un insieme di valori condivisibili e mostrarsi al cliente con una personalità ben precisa.

Questo spiega perché la multinazionale Dentsu Aegis Network ci dice che in pubblicità ogni anno si spendono quasi 600 miliardi di dollari. L’investimento è in larga parte destinato al mondo digitale, ma sappiamo che con finalità promozionali sono state tentate delle imprese quasi impossibili. Si pensi all’iniziativa di qualche anno fa voluta da Red Bull, che ha visto il paracadutista Felix Baumgartener lanciarsi dallo spazio ad una altezza di 34 mila metri.

Di fatto, sempre stando ai dati della ricerca, non tutti i Paesi tendono a promuoversi allo stesso modo. I mass media sono una grande risorsa quando si ha un budget molto alto e quindi la possibilità di realizzare spot televisivi, radiofonici etc. D’altra parte però anche il libero professionista o la piccola azienda locale può fare brand, anche se in altri modi.

Attraverso la partecipazione a fiere del settore, ad esempio, è possibile presentarsi ad altri professionisti dello stesso ambiente e quindi iniziare già a essere almeno riconoscibili da altri nel proprio ambito. Invece per quanto concerne i clienti ricorre, tra le varie strategie offline, la tecnica dell’omaggio. Per esempio, regalando gadget personalizzati ai nostri clienti diamo loro modo di avere sempre sott’occhio il nostro logo, i nostri contatti.  Nel fatto stesso di donare qualcosa stiamo instaurando con lui un rapporto che per certi versi esula da quello di compravendita.

Ci sono dunque molti modi per fare brand, ma sostanzialmente il tutto si gioca nel momento in cui alla merce aggiungiamo un valore aggiunto che può, agli occhi di acquista, fare davvero la differenza.