Le reazioni di Spike Lee agli Oscar 2019 dopo la sua vittoria e quella di Green Book
Le reazioni di Spike Lee durante la cerimonia degli Oscar di stanotte: il discorso politico per la sua vittoria e la disapprovazione per la vittoria di Green Book
Il regista afroamericano Spike Lee non è rimasto del tutto soddisfatto di questa 91° edizione degli Oscar. Con il suo BlacKkKlansman aspirava sicuramente a ricevere qualche riconoscimento in più che invece non è arrivato. L’unico premio ricevuto è stato quello per la Miglior Sceneggiatura non originale scritta insieme a Charlie Watchel, David Rabinowitz e Kevin Willmott. Subito dopo la sua proclamazione Lee ha accolto molto bene il premio, saltando letteralmente tra le braccia di Samuel L. Jackson, che doveva consegnare le statuette. Subito dopo invece ha tenuto un bel discorso di ringraziamento, dove non ha perso occasione a denunciare le scelte politiche americane degli ultimi anni.
Il discorso: “Per 400 anni, i nostri antenati vennero rubati dall’Africa e portati a Jamestown, in Virginia, e resi schiavi. Lavoravano la terra dal buio del mattino al buio della notte. Mia nonna, che ha vissuto fino alla giovane età di 100 anni, diplomata anche se sua madre era una schiava, ha risparmiato 50 anni della sua pensione per fare frequentare al suo primo nipote – che chiamava Spike-poo – il college e la scuola di cinema della New York University. Davanti al mondo stasera, rendo omaggio ai miei antenati che hanno costruito questo paese, e al genocidio dei nostri nativi. Quando riguadagneremo la nostra umanità sarà un momento molto potente. Le elezioni del 2020 sono dietro l’angolo: mobilitiamoci e stiamo dalla parte giusta della storia. Facciamo una scelta morale d’amore invece che di odio: Facciamo la cosa giusta!“
La vittoria di Green Book
Diversa invece è stata la sua reazione quando a miglior film è stato eletto Green Book. Furioso, mentre sul palco proseguivano i ringraziamenti del cast vincitore, è stato visto gesticolare mostrando dissenso e subito dopo, ha tentato di lasciare il teatro prima della conclusione. All’uscita però è stato bloccato dalla sicurezza ed è tornato a malincuore al suo posto.
Green Book è stato accusato dalla comunità nera di rappresentare la loro cultura attraverso una serie di stereotipi; la stessa famiglia di Doc Sherley ha criticato il film definendolo una “sinfonia di bugie”. Inoltre è stato al centro di molte polemiche perché accusato di conservare un punto di vista troppo bianco nella storia. A questo vanno aggiunte anche le critiche alla posizioni politiche contrastanti di Nick Villalonga, uno degli sceneggiatori, nonché figlio del vero Tony Lip.
Oltre a Spike Lee anche altri ospiti in sala ieri sera si sono uniti in una protesta silenziosa, non applaudendo quando il film è stato eletto vincitore.
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