Recovery Fund, Conte: “Risultato che appartiene all’Italia”
Il premier Giuseppe Conte, alle Camere, riferisce l’esito del Consiglio Europeo di ieri. E pronostica già un piano di ripresa col Parlamento
Due interventi seguiti da due lunghi applausi, prima al Senato e poi alla Camera. Giuseppe Conte è stato accolto come un vero trionfatore, dopo l’accordo sul Recovery Fund siglato a Bruxelles nella notte di ieri. Il premier ha naturalmente riferito ad entrambi i rami del Parlamento l’esito del Consiglio Europeo, e il suo intervento è stato accolto da un lungo applauso entrando nelle Aule di Palazzo Madama e Montecitorio. Insomma, un vero e proprio gladiatore incensato dalla folla.
“È un risultato che non appartiene al Governo, e neppure alla maggioranza. È un risultato dell’Italia intera. Si è trattato di un vertice straordinario anche in termini di complessità. L’intesa raggiunta rappresenta senza dubbio un passaggio fondamentale che ci spinge ad affermare che l’UE è stata all’altezza della sua storia. Niente trionfalismi. Ma possiamo e dobbiamo dirci soddisfatti.” ha riferito Giuseppe Conte ad entrambi i rami del Parlamento.
Il presidente del Consiglio, in Aula, ha sottolineato la forza dei suoi colleghi, che lo hanno aiutato nelle trattative: “Desidero ringraziare tutti i ministri che non hanno mai fatto mancare il loro sostegno, una menzione particolare al ministro Amendola che era con me a Bruxelles. E mi sento davvero di ringraziare tutte le forze di maggioranza: avete sostenuto in modo compatto il Governo. Però permettetemi di ringraziare l’opposizione che pur nella diversità delle differenze ha capito l’interesse nazionale. La classe politica italiana nel suo complesso ha dato prova di grande maturità. Ringrazio poi tutti i cittadini italiani, perché il loro sostegno ha dato forza ai negoziati.”
“Il piano della ripresa sarà un lavoro collettivo, ci confronteremo con il Parlamento. Dobbiamo impegnarci anche per aumentare la fiducia nelle istituzioni italiane e nell’UE.” ha poi infine rassicurato l’Aula, Conte.
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