29 Dicembre 2020 - 16:41

Recovery Fund: i dissidi interni stoppano l’erogazione dei fondi

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La questione Recovery Fund divide ancora l’esecutivo. Intanto arriva l’appello dall’Unione Europea: “Servono corsie preferenziali”

ll Recovery Fund si conferma il vero tallone d’Achille del Conte-bis, ancora incertezze su come gestire al meglio le risorse europee. A Palazzo Chigi non cala la tensione. Anzi, la situazione diventa ancora più critica dopo il piano alternativo lanciato da Matteo Renzi. L’ex premier si diverte con simpatici giochi di parole ma in ballo ci sono le sorti dell’esecutivo.

Tutti vogliono i fondi europei ma nessuno sa come gestirli. La situazione è drammatica. Agli occhi degli esperti, ma anche a quelli dell’opinione pubblica, appare chiavo che il Recovey Fund è un momento decisivo per l’economia italiana. Con un tessuto produttivo lacerato dall’epidemia, gestire al meglio le risorse economiche messe sul tavolo dall’Unione Europea è una questione di vita o di morte. La parola chiave che il Governo dovrebbe abbracciare è investimento. Affinché ci sia ripresa economica occorre investire per porre le basi in futuro di una solida economia, non basta spartirsi i soldi a tavolino.

Il Recovery Fund destinato all’Italia non potrà essere usato per tagliare le tasse ma i nuovi fondi invece potranno essere investiti per potenziare nuovi settori. Molto utile appare il finanziamento alla ricerca. Lo scoppio della pandemia infatti ci ha dimostrato che senza la scienza non siamo nulla e per questo motivo occorre sempre essere al passo con i tempi. Altro tema da potenziare è la riconversione ambientale con investimenti ad hoc nel settore green. Ma senza un piano preciso i fondi vacillano.

Recovery Fund a rischio

Arriva così dall’Unione Europea l’appello all’esecutivo italiano. Paolo Gentiloni infatti dichiara: “Servono procedure straordinarie e corsie preferenziali, ovvero uno sforzo straordinario. Non possiamo definire “senza precedenti” il Recovery Fund e poi non prendere decisioni conseguenti sulle procedure ordinarie. L’attuale operazione prevede che se non vengono raggiunti nei tempi stretti previsti gli obiettivi scritti nel piano, le erogazioni semestrali successive all’approvazione del piano saranno a rischio.

Il dilagare del virus e il conseguente disastro economico però hanno acuito le disuguaglianze sociali. Si tratta di un problema che necessita di una soluzione e che il Governo non può eludere dai propri progetti così facilmente.