Politica

Regeni, il M5S e qualcosa di sinistra

Regeni, il caso che sposta l’asse del M5S. Le conseguenze politico/partitiche dell’atto del Presidente della Camera Roberto Fico

In un suo celebre film (Aprile), Nanni Moretti incitava un malcapitato Massimo D’Alema – in balia dell’allora candidato alla Presidenza del Consiglio Silvio Berlusconi – a dire qualcosa di sinistra per uscire a testa alta da quella strana situazione in cui era capitato.

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In maniera non del tutto dissimile – anche se in un contesto totalmente differente da quello descritto dal regista – anche gli attivisti del M5S negli ultimi mesi hanno chiesto a gran voce un segnale rispetto alla strada tortuosa intrapresa con la Lega.

Lo strappo definitivo è arrivato finalmente in questi giorni con il riemergere del caso Regeni, dove dapprima il Presidente della Camera (Roberto Fico) e successivamente l’intero Governo hanno avallato l’idea di Montecitorio di bloccare i rapporti con il Parlamento Egiziano dato lo stallo in questione.

L’atto in sé – fortemente criticato dalle opposizioni (in particolar modo quelle di centro – destra) – è riuscito a centrare un duplice obiettivo con conseguenze tanto sul lato partitico quanto su quello politico.

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Partendo dal primo punto, si può dire che il caso Regeni ha permesso al M5S sia di riprendersi l’ala sinistra interna – fortemente delusa dai mezzi provvedimenti (almeno sino ad ora) sul lavoro, le sconfitte sull’ambiente e i bocconi amari come il Dl Sicurezza –  che a reindirizzare l’asse partitica e governativa sotto un’altra, differente, luce.

Questo dato, non del tutto da sottovalutare, consente di recuperare – almeno in parte – un’area di per sé molto delusa e prossima all’astensione nelle prossime tornate elettorali e, contemporaneamente, di riequilibrare il lega pensiero che a livello mediatico sta sovrastando quello pentastellato nell’esecutivo.

Considerando il lato politico, invece, la questione è molto più ampia  e profonda.

Grazie all’atto di Fico, non solo si è riusciti a scardinare quell’immobilismo che ci avrebbe messo per l’ennesima volta in imbarazzo di fronte a chiunque ma ha imposto una chiara visione sul caso del ricercatore sequestrato e torturato dalle autorità egiziane.

Con una così forte presa di posizione, infatti, da un lato si è prescritta una risposta al Paese guidato da Al – Sisi – venendo incontro al diritto alla verità della famiglia Regeni – e dall’altro si è usciti totalmente da quell’ambiguità che anteponeva l’interesse economico alla vita umana.

Redazione ZON

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