Revenge porn, approvazione unanime. Dietrofront su castrazione chimica
È stato approvato all’unanimità il ddl “codice rosso”, legge a tutela delle vittimi di revenge porn. Salvini: “Su castrazione chimica andremo avanti”
È stato approvato ieri alla Camera dei Deputati il ddl denominato “codice rosso“, che prevede pene e sanzioni per chi diffonde immagini e video pornografici a scopo di vendette. Il fenomeno definito revenge porn, è da tempo punto cardine del governo giallo-verde. Nella giornata di ieri il ddl è stato approvato all’unanimità, con 461 sì e nessun contrario.
L’unanimità c’è stata grazie al dietrofront della Lega sulla castrazione chimica, come dichiarato da Giulia Bongiorno: “Siamo consapevoli che questo emendamento, in questa fase, non è condiviso dal Movimento 5 stelle. Abbiamo una priorità, in questo momento, che è quella di fare andare avanti in maniera compatta il governo. La castrazione chimica sarà inserita in un altro ddl che presenteremo“. Dall’altra parte, Matteo Salvini incalza: “Su questo tema andremo avanti“.
Secondo quanto previsto dal nuovo articolo, il 613 ter, d’ora in poi sono previsti fino a 6 anni di carcere ed un’ammenda di massimo 15 mila euro per chi pubblica materiale multimediale intimo e privato. A questo, va aggiunta l’aggravante dell’ex, se a mettere in rete il suddetto materiale è una persona che ha, o ha avuto, un legame affettivo con la vittima. La stessa pena vale anche per chi contribuisce alla sua diffusione. Introdotto, infine, anche il reato di sfregio del volto, per il quale sono previsti fino a 14 anni di carcere.
Grande soddisfazione da parte degli esponenti delle due parti di governo. Luigi di Maio dichiara: “Lo dobbiamo alle vittime e alle loro famiglie“. Il leader della Lega afferma: “Oggi è una giornata di cui bisogna essere orgogliosi, lo dico come ministro, come italiano e come uomo. E’ un 8 marzo ma un 8 marzo che difende seriamente le donne“. Atteso per oggi il Sì al Senato.
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