10 Marzo 2015 - 18:37

Riforma costituzionale: cosa prevede il ddl Boschi in esame alla Camera

riforma costituzionale

La riforma costituzionale giunge oggi all’esame della Camera che approva il disegno di legge. Ora il testo torna al senato per la seconda lettura

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Riforma costituzionale – La Camera approva il ddl Boschi con 357 voti a favore, 125 voti contrari e 7 astenuti. Il testo ha superato la prima lettura di Senato e Camera, ma essendo un ddl costituzionale dovrà ora tornare a Palazzo Madama per l’avvio dell’iter della seconda lettura. Anche le minoranze del PD hanno votato a favore, ma 24 parlamentari PD hanno sottoscritto una lettera per chiedere al Governo di riaprire il dialogo sulle modifiche riguardo punti qualificanti sia della riforma costituzionale che dell’Italicum. Contrari Forza Italia, Lega, FdI-An, Alternativa Libera e SEL.  Il Movimento 5 Stelle non partecipa al voto e decide di abbandonare l’aula.

Le principali modifiche alla costituzione previste dal ddl riguardano il superamento del bicameralismo perfetto, per cui il parlamento continuerà a essere formato da Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, ma i due organi avranno composizione e funzioni diverse. Consideriamo i suoi punti principali per capire cosa prevede.montecitorio

In primo luogo il Senato  non sarà più eletto dal popolo, ma diventa un organo elettivo di secondo grado, composto al massimo da cento senatori, rispetto ai 315 previsti dalla costituzione attuale. Novantacinque sono eletti dai consiglieri regionali e dai sindaci del territorio e altri cinque possono essere nominati dal Presidente della Repubblica per 7 anni. Si aggiungono gli ex presidenti della repubblica in qualità di senatori a vita.  L’esercizio della funzione legislativa congiunta rimane solo per un ristretto numero di leggi: riforme costituzionali, leggi costituzionali, leggi elettorali degli enti locali e del parlamento, ratifiche dei trattati internazionali, leggi sui referendum popolari. Per gli altri provvedimenti l’esame al Senato diventa facoltativo e si può concludere con delle proposte di modifica, ma l’approvazione definitiva delle leggi avviene alla Camera dei Deputati.

Per quanto riguarda la revisione del Titolo V viene modificata la ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni e soppressa la competenza concorrente, con una redistribuzione delle materie tra competenza esclusiva statale e competenza regionale. Si prevede la soppressione del consiglio nazionale dell’economia e del lavoro e della previsione costituzionale delle province, che non saranno più menzionate nella Costituzione e le cui funzioni sono state distribuite tra le Regioni, i comuni e, nelle aree metropolitane, le città metropolitane.

Le firme necessarie per la richiesta di referendum abrogativo restano 500mila, con il quorum di partecipazione del 50 per cento più uno degli aventi diritto. In caso si arrivi a 800mila firme il quorum si abbassa alla maggioranza dei votanti delle ultime elezioni. Per le leggi d’iniziativa popolare il requisito di 50mila firme necessarie per la presentazione si alza a 150mila.

È il Parlamento in seduta comune che elegge il Capo dello Stato, ma senza delegati regionali. Cambiano i quorum: dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti e, dall’ottavo, la maggioranza assoluta.

Nel caso in cui  il disegno di legge verrà approvato da entrambe le camere ci sarà un secondo esame in cui non sono ammesse modifiche, ma solo il voto favorevole o il respingimento a maggioranza assoluta.

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