6 Agosto 2015 - 11:01

Riforma della Pubblica Amministrazione: i punti della nuova legge

Il ddl Madia (Riforma della Pubblica Amministrazione) diventa legge grazie al voto in Senato. Quali novità per il sistema della PA?

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Con 145 voti favorevoli e 97  contrari al Senato, il celebre ddl Madia (Riforma della Pubblica Amministrazione) è diventato legge.

Il provvedimento, che ha messo subito in moto gli ingranaggi della nuova maggioranza (allargata grazie alla formazione del nuovo gruppo parlamentare fondato dall’ex forzista Denis Verdini), è stato “salvato” grazie all’intervento in aula delle opposizioni che hanno permesso di raggiungere il numero legale di 150.

riforma della pubblica amministrazione

Il Ministro Marianna Madia, fautrice della Riforma della Pubblica Amministrazione

Il decreto della Riforma della Pubblica Amministrazione, che attende ora solo l’effettività esecutiva con l’approvazione dei decreti attuativi, riprende diverse tematiche inerenti sia l’attività dipendente e dirigenziale che la “scrematura” degli enti presenti.

Ruolo unico ed incarico a tempo per i dirigenti: per quanto riguarda i nuovi dirigenti (escludendo diplomatici, prefetti, magistrati, militari e dirigenti Authority) ci si avvia verso un ruolo unico per la categoria eliminando gli automatismi di carriera. Coloro che intendono intraprendere questa carriera saranno sottoposti ad un concorso e ad un successivo esame. La novità maggiore riguarda il mandato a tempo (4 anni rinnovabili una sola volta per 2) e l’azione disciplinare che, per i casi più gravi, potrebbe portare alla revoca dell’incarico (o in casi estremi il licenziamento) o al demansionamento. Viene eliminata la figura del segretario comunale e l’attività di controllo sarà effettuata da tre commissioni (una Statale, una Regionale ed una Comunale) che avranno anche il compito di vigilare sulle assunzioni e sugli incarichi assegnati. Questi due ultimi punti possono essere considerati fra le note dolenti della Riforma della Pubblica Amministrazione, in quanto, da un lato si elimina l’unico (vero) freno alle possibili “manie di onnipotenza” dei rappresentanti locali (soprattutto per i medi e piccoli centri) e dall’altro si rischierebbe di creare commissioni “amiche” che tendano più a “rimproverare bonariamente” che sostituire (o licenziare) il dirigente considerato.

Sanzioni disciplinari per i dipendenti pubblici: la riforma prevede la possibilità di nuove sanzioni disciplinari per i dipendenti pubblici in maniera immediata e con sicure conseguenze (in caso contrario la responsabilità cadrà sui dirigenti). I controlli sulla malattia, inoltre, verranno attribuiti all’INPS. In questo specifico caso si rischia di creare un circolo vizioso in cui i dipendenti pubblici sarebbero facilmente esposti al potere di ricatto del dirigente e questo, vista la valutazione in corso per il suo operato, potrebbe “calcare la mano” per mostrarsi efficiente agli occhi della pubblica opinione (e non solo).

Concorsi pubblici e turnover: i concorsi pubblici di accesso alla pubblica amministrazione saranno totalmente stravolti. Si prevede, infatti, una contemporaneità e un’aggregazione delle prove, da far gestire ad un successivo polo unico, ed un metodo (ancora ignoto) per garantire l’imparzialità delle commissioni. Novità sono presenti anche nelle prove da affrontare dove alle materie d’esame sarà affiancata anche una prova d’inglese. Abolito, inoltre, il voto di Laurea per l’accesso. Ulteriore cambiamento riguarda il turnover fra dipendenti; a coloro vicini alla pensione sarà data la possibilità di lavorare part- time, garantendosi i contributi pensionistici solamente con versamenti volontari, e con le cifre risparmiate si agevoleranno le nuove assunzioni. Il punto, in cui è possibile individuare anche la nota positiva dell’abolizione del voto di laurea per l’accesso, sembra quasi schernire coloro che sono intenti ad affrontare le future prove in questione. Il test di inglese affiancato alle materie pertinenti rappresenta un inutile strumento di valutazione dato che, nella maggior parte dei concorsi per la PA, ci si dovrebbe basare per di più sulle competenze specifiche dell’ente (e di ciò che l’impiegato fa, o dovrebbe fare) che su un surplus di conoscenze del futuro, o probabile, dipendente. La seconda parte, inoltre, scoraggerebbe chiunque a lavorare part-time (dati i versamenti volontari) e bloccherebbe ancor di più un comparto poco incline alle giovani generazioni.

Responsabilità dei pubblici funzionari: per i funzionari pubblici arriva il danno erariale; grazie ad un emendamento del M5S si aggiunge alla riforma della Pubblica Amministrazione la responsabilità dei funzionari e la possibilità, al fine di recuperare le somme ai fini di risarcimento, di un rito abbreviato. Accanto al provvedimento è presente la cosiddetta “salva sindaci” che attribuisce ai soli dirigenti la responsabilità amministrativo – contabile per l’attività di gestione. L’ultima parte sembra una sorta di regalo a tutta la classe dei sindaci Pd, compreso lo stesso Renzi a cui viene contestato un danno erariale, che trovatasi negli ultimi anni in situazioni più che scomode con la Corte dei Conti cerca di attribuire una colpa degli amministratori locali ad altri soggetti.

Società partecipati: per le, ormai, famose società partecipate si prevedono piani di rientro o commissariamento per quelle con i bilanci in rosso (la maggior parte), valutazione per i dipendenti e compenso variabile, in base ai risultati, per i dirigenti.

Vigili del fuoco e corpo forestale: la riforma provvede al riordino dei corpi nazionali con i primi destinati alla modifica e a nuovi ruoli e qualifiche ed i secondi assorbiti, quasi sicuramente, dal corpo dei Carabinieri. Si passa in sostanza da cinque a quattro corpi  nazionali (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Penitenziaria) senza aver nessun effettivo vantaggio nel riodino nè tantomeno un riduzione della spessa per gli stessi. Il rischio è quello di snaturare gli unici due corpi specifici portandoli ad altre mansioni non proprio caratteristiche.

Silenzio-assenso per grandi opere: si prevede, sia per le amministrazioni pubbliche che per le partecipate, la regola del silenzio-assenso (30 giorni che diventano 90 in materia di ambiente, cultura e sanità) per le grandi opere. Anche in questo caso sembra esserci una sorta di regalo agli amministratori locali (soprattutto quelli, per così dire, “accondiscendenti” con le suddette opere) con il serio rischio di vedere situazioni simili a quelle della Val di Susa ma con sindaci “sornioni”.

112, pagamenti via sms ed accesso agli atti: viene istituito il numero unico per le emergenze(il 112) e viene data la possibilità di effettuare pagamenti tramite sms. Via libera al Freedom of information act (Foia), che permette l’accesso a tutti gli atti con più facilità, escludendo quelli secretati o per cui è vietata la divulgazione.

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