10 Febbraio 2022 - 21:33

Russia, esercitazioni militari: niente accordi con Londra

putin Russia

Un’altra giornata di incontri diplomatici in Russia non ha portato a nulla. La crisi con l’Ucraina continua e non si risolve

Una nuova giornata piena ricca di incontri, che però non hanno portato a nulla. La crisi al confine tra Russia e Ucraina rimane, anzi peggiora. In Bielorussia, sono stati inviati nuovi gruppi di soldati per esercitazioni militari congiunte su larga scala. Dalla Francia sono preoccupati, nonostante oggi fossero impegnati con gli USA proprio per cercare di risolvere questa situazione incresciosa. Emmanuel Macron aveva usato toni costruttivi dopo l’incontro di lunedì con il presidente russo Vladimir Putin.

La missione di Londra ha però gelato tutti gli entusiasmi. “Questo è un gesto di grande violenza, che ci preoccupa.” ha detto il ministro francese degli Esteri Jean-Yves Le Drian. Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha paragonato il faccia a faccia di due ore oggi a Mosca con la ministra degli Esteri britannica Liz Truss a un incontro tra “una persona muta e una persona sorda”. A certificare il gelo tra Russia e Ucraina è stato anche il premier britannico Boris Johnson.

I prossimi giorni sono probabilmente il momento più pericoloso di quella che è la più grande crisi di sicurezza che l’Europa deve affrontare da decenni, dobbiamo rimediare. La nostra intelligence, ho paura di dirlo, rimane cupa.” ha dichiarato Johnson. Gli allarmismi britannici sono risuonati anche a Berlino, dove si sono rincontrati i consiglieri per la politica estera dei capi di Stato e di governo dei Paesi del Formato Normandia per discutere del protocollo di Minsk.

L’Ucraina, nel frattempo, ha accettato l’offerta di mediazione di Ankara per ridurre le tensioni con la Russia, mentre Mosca non ha escluso l’idea. Il diplomatico turco Çavuşoğlu ha dichiarato: “Le nostre discussioni con entrambe le parti continuano con sincerità. La parte ucraina vuole questo. La parte russa non ha chiuso la porta, ma con loro continueremo ad avere contatti. Ci sono tensioni? Sì. Ci sono rischi? Ci sono. La situazione è fragile? Lo è. C’è preoccupazione, c’è il rischio di un possibile conflitto. Ma annunciarlo, come stanno facendo alcuni Paesi occidentali, attraverso la diplomazia del megafono non giova.