Matteo Salvini ha chiesto un risarcimento di 20mila euro a Valerio Ferrandi. L’uomo, 32 anni, il 25 Aprile del 2016 scrisse sul profilo Facebook del leader leghista frasi diffamatorie: “Salvini, in nome della bellezza e dell’intelligenza. Fai un gesto nobile. Sparati in bocca. Ps: prima o poi verrai appeso a un lampione, ne sei consapevole?”
Ferrandi, figlio dell’ex esponente di “Prima Linea” Mario, dopo la denuncia del segretario della Lega è finito sotto processo per diffamazione e minacce. Il pm Enrico Pavone aveva chiesto l’archiviazione dell’indagine a suo carico ma l’istanza è stata respinta da un gip che ne ordinò l’imputazione coatta.
Oggi si è tenuta la prima udienza, con la Lega che ha chiesto di costituirsi parte civile contro il 32enne e il giudice monocratico Giuseppe Vanore che ha bocciato l’istanza. Presente in aula il giovane imputato, difeso dagli avvocato Eugenio Losco e Mauro Straini.
L’uomo si è sfogato così fuori dall’aula: “Il signor Salvini dovrebbe evitare le consuete provocazioni. La mia non era una minaccia ma un invito a studiare la storia per evitare che si ripeta ancora.”
Il processo è stato aggiornato al 30 Gennaio 2019.
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