18 Aprile 2015 - 10:50

Nuovo scontro Marchionne – Landini sulla questione lavoro

marchionne vs landini

Nuovo scontro fra l’Ad FCA Sergio Marchionne e il segretario FIOM Maurizio Landini sul nuovo piano per gli stabilimenti italiani

[ads1]

Il primo capo dell’art.1 della Costituzione italiana disciplina che “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.

Da un po’ di anni, però, questa strana e, ai molti, sconosciuta ultima locuzione ha avuto diverse sfumature trovando spesso il suo giusto legame con l’aggettivo “atipico”.

La novità del momento è infatti rappresentata dal nuovo modello, concepito dell’AD FCA (nata dalla fusione tra il gruppo FIAT e di quello Chrysler), di gestione dell’azienda con sede ad Amsterdam (sì avete capito bene).

Questo nuovo modello prevede un sistema basato maggiormente sul coinvolgimento diretto dei 48mila operai degli stabilimenti FCA in Italia (i vecchi stabilmenti FIAT) legato a un doppio sistema di bonus produzione.

Il primo bonus, calcolato su base annuale in base ai risultati ottenuti dai vari stabilimenti confrontati con il sistema “World Class Manufacturing”, avrà un valore tra il 5% e il 7% del valore annuale mentre il secondo, collegato al raggiungimento degli obiettivi raggiunti nell’area Europa-Medio Oriente-Africa, avrà un valore compreso tra il 12% e il 20% del salario base.

In caso di mancato raggiungimento degli obiettivi verrà comunque garantita un’erogazione minima di 330 euro annui (circa 25 euro al mese).

marchionnevslandini

L’Ad FCA Sergio Marchionne e il segretario FIOM Maurizio Landini

Ma non è tutto oro quel che luccica: al contrario delle altre sigle sindacali, che hanno accolto con grande entusiasmo (e forse un po’ troppa leggerezza) il nuovo piano, la FIOM, guidata da Maurizio Landini, ha evidenziato tutte le carenze del modello fondato sui bonus.

In primo luogo, infatti, il segretario dei metalmeccanici ha sottolineato come la cura Marchionne porterà senza dubbio alla fine del sindacato all’interno delle aziende, in quanto la nuova formula li renderebbe esclusivamente inermi spettatori davanti alla nuova struttura di base.

Inoltre, in questo modo, terminerebbero per sempre gli aumenti di base rendendo il nuovo salario totalmente variabile.

Il nuovo sistema, infatti, bypassa il vecchio contratto collettivo nazionale permettendo alla stessa azienda di stabilire i parametri delle buste paga e illudendo i lavoratori di essere “artefici del proprio destino”.

A questo va aggiunta anche la perdita di diversi diritti fondamentali (quali salute e malattia) in quanto il raggiungimento dei bonus è esclusivamente legato ai risultati ottenuti che limiterebbero l’effettiva libertà del singolo lavoratore.

Infine, come afferma lo stesso Landini (“L’incremento retributivo annunciato da Marchionne sarà pagato pesantemente dai lavoratori”), ferie, permessi, tredicesima, indennità, straordinario, TFR rimarranno congelati come il salario su cui vengono calcolati (che farà aumentare, in questo modo, anche la relativa tassazione).

Come recitava Juan, protagonista del celebre film “Giù la testa” di Sergio Leone, non sempre le rivoluzioni portano a un miglioramento della situazione della popolazione anzi “Lo sai che succede dopo? Niente… tutto torna come prima!”

[ads2]