11 Settembre 2020 - 10:10

Scuola, 13mila lavoratori positivi: chi si può definire “fragile”?

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Tutti i nodi problematici legati alla riapertura delle scuole: banchi, test sierologici, lavoratori fragili e nomine. Emanato il vademecum per i lavoratori a rischio

A meno di un mese dalla riapertura della scuola lavoratori e presidi si trovano ancora in una situazione poco chiara. Il presidente dell’associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, dichiara: “Mancano circa 5 mila aule, almeno 2,2 milioni di banchi: in molte scuole gli studenti dovranno mantenere la mascherina anche da seduti”.

Critica è la situazione dei test sierologici. Circa il 50% dei docenti e dei collaboratori che dovranno rientrare a  scuola si è sottoposto a test sierologico. Tra questi il 2,6% è risultato positivo, il che significa che 13 mila persone potenzialmente contagiose non potranno rientrare, fino a quando il tampone non darà esito negativo. Ma non tutto il personale scolastico si sottoporrà volontariamente al test sierologico. Quest’ultimo infatti è obbligatorio solo in Campania.

Le scuole inoltre non hanno ancora ricevuto i banchi promessi dalle autorità. Entro l’inizio dell’anno scolastico in tutta Italia dovrebbero essere 200 mila i banchi consegnati. Ma dallo staff del commissario Domenico Arcuri si assicura che entro ottobre verranno consegnati  tutti e 2,4 milioni.

Il nodo più problematico è rappresentato dai docenti. Le nomine sono partite ieri, dagli uffici scolastici provinciali, ma da lunedì si comincerà a chiamare dalle graduatorie di istituto i supplenti e l’organico Covid. Ma il problema dei “prof fragili” potrebbe aumentare il numero delle cattedre scoperte. Ieri sera è stato definito il vademecum per i presidi. Il lavoratore che presenta una patologia grave potrà essere dichiarato idoneo al lavoro, ma con prescrizioni (maggiori misure di sicurezza), o inidoneo temporaneamente: nei casi rischiosi, il prof rimarrà a casa in malattia; negli altri, sarà adibito a diverse mansioni.