30 Ottobre 2017 - 12:11

Scuola: 92 minuti di applausi per l’insana visione sull’accompagnamento dei minori

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La scuola ancora al centro del dibattito politico. L’insana visione sull’accompagnamento senza guardare la realtà

Nel film Il secondo tragico Fantozzi, il ragioniere più amato d’Italia in un atto di ribellione verso l’odiata Corazzata Potiemkin si meritò 92 minuti di applausi.

In una maniera non dissimile a quanto fatto da Paolo Villagio nel celebre film, è possibile ripercorrere quell’esperienza in merito alla nuova, insana, visione sulla scuola italiana.

Qualche giorno fa, al grido “lo prevede la legge”“per i nonni è un grande piacere andare a prendere i nipoti”, il Ministro Fedeli annunciava l’obbligo di accompagnare i minori a scuola.

Riforma 2015

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Dopo le proteste sollevate dalla maggioranza dei genitori, la questione è stata presa in considerazione in maniera differente dal Pd che, con una proposta di legge presentata da Simona Malpezzi e da inserire nella prossima legge di bilancio, passa ancora una volta la palla (e la responsabilità totale) nelle mani dei genitori in merito alla questione.

In pratica, data la situazione più unica che rara, si attribuisce la totale responsabilità ai genitori sull’accompagnamento o meno dei propri figli.

La questione, che di per sé merita un approfondimento specifico – trattandosi dell’ennesimo strafalcione di chi non conosce la situazione italiana – , porta ad una serie di riflessioni che mostrano, ancora una volta, come non si badi per nulla alla realtà dei fatti.

In primo luogo, facendo riferimento alle parole della Fedeli, si può dire che, nonostante le bastonate ricevute da genitori e nonni con il Jobs Act e la Riforma delle pensioni (ancora nel limbo politico per ragioni prettamente elettorali), ci sia un distacco tale della politica dalla quotidianità delle persone da considerare tutto come scontato.

Tutto ciò, non tenendo presente della precarietà generale introdotta negli ultimi quattro anni e mezzo di Legislatura, non solo svilisce ancor di più il ruolo di genitore/lavoratore – facendo finta che le problematiche presenti siano inesistenti – ma addirittura cerca, in tutti i modi, di individuare un colpevole su cui impostare il proprio ragionamento.

Proprio l’ultimo punto si collega al secondo ragionamento sul tema; la proposta Malpezzi, che individua come unico responsabile il genitore, segue la stessa logica applicata in tutti gli altri campi.

In pratica, cercando il caprio espiatorio per giustificare in tutti i modi la bontà del provvedimento (in quanti si ricordano la frase “Il lavoro c’è sono i giovani che si laureano tardi/ non si accontentano/ non sono audaci … “), si cerca da un lato di non affrontare con la giusta attenzione il tema e da un altro di rendere colpevoli coloro che subiscono questa insana visione della realtà apportata con legge.

92 minuti di applausi.

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