29 Maggio 2024 - 11:29

Senatori a vita, il Parlamento vota per abolirli

Il Senato ha approvato la prima riforma del Premierato. Il presidente della Repubblica non potrà più nominare senatori a vita

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La prima votazione sulla riforma del Premierato è ufficiale. Il Parlamento ha votato per abolire ufficialmente i senatori a vita. Il testo, inoltre, vorrebbe cambiare la Costituzione italiana introducendo l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Oggi il Senato è riunito in una seduta fiume che terminata alle dieci di sera. In questo modo, ha arginato l’intervento delle opposizioni, in un atto non proprio consono alle maniere tipiche di un Governo.

I senatori hanno dato il via libera al primo degli articoli del ddl, quello che cancella il potere del presidente della Repubblica di nominare senatori a vita. I voti a favore, effettuati per alzata di mano e quindi non proclamati, sono stati 94. Dopo diverse ore, poi, è arrivato anche l’ok al secondo articolo, che regola l’elezione del presidente della Repubblica.

La norma abroga l’articolo 59 della Costituzione al secondo comma, che recita: “Il presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cittadini che hanno illustrato la patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Il numero complessivo dei senatori in carica nominati dal presidente della Repubblica non può in alcun caso essere superiore a cinque.

L’unica eccezione rimarrebbero gli stessi capi dello Stato, dato che resterebbe intatta la prima parte dell’articolo 59: “È senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato presidente della Repubblica“.

Una norma che ha causato scontri. Infatti, il centrosinistra ha attaccato il presidente del Senato Ignazio La Russa, accusato di aver preso in giro la senatrice a vita Elena Cattaneo quando, una volta finito il tempo del suo intervento, le ha detto: “Per una volta che abbiamo l’onore di poterla ascoltare, prego, ha il tempo doppio“. Affermazione accolta da risate e applausi del centrodestra, e criticata dalle minoranze.