Sicilia, oggi 23 anni dall’arresto di Salvatore Riina
Oggi ricorre il ventitreesimo anniversario della cattura del boss di Cosa Nostra, un fatto che ha segnato una svolta nella storia della Sicilia
[ads1] La data di oggi è una di quelle che il popolo siciliano non dovrebbe dimenticare: esattamente 23 anni or sono veniva messo in manette il boss di Cosa Nostra Salvatore Riina, che nel corso degli anni aveva dissanguato la Sicilia con le stragi di mafia. Riina era a capo della “Commissione” che, secondo le ricostruzioni effettuate da Tommaso Buscetta al maxiprocesso di Palermo negli anni ’80, governava l’organizzazione criminale, strutturata come una vera e propria “chiesa”. Numerosi furono gli omicidi attribuiti alla Cupola al vertice della quale erano riusciti ad arrivare i Corleonesi, aprendosi la strada con spargimenti di sangue che hanno coinvolto anche i membri delle altre famiglie mafiose.
Riina e gli altri Corleonesi furono ritenuti responsabili per gli omicidii di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, del segretario del Partito Comunista Pio La Torre, del Presidente della Regione Piersanti Mattarella (fratello dell’attuale Presidente della Repubblica italiana), del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, del commissario Boris Giuliano, e tante altre figure appartenenti allo Stato che hanno cercato di opporsi alla tirannia che la mafia aveva instaurato in Sicilia, e che cominciava a minacciare anche il resto dell’Italia.
Fino al 1992 le indagini non avevano portato a grandi risultati, nonostante lo stato avesse in mano le sentenze di condanna risultanti dal maxiprocesso che erano state confermate dalla Corte di Cassazione, quindi passate ormai in giudicato; Riina e i suoi erano ancora latitanti, ma la svolta si ebbe quando l’8 gennaio del 1993 venne arrestato Baldassarre Di Maggio, membro proprio della cosca alla quale apparteneva il Riina: Di Maggio decise clamorosamente di collaborare con le forze dell’ordine, e condusse i ROS di Palermo esattamente nel luogo in cui Riina si era rifugiato, una villa che si trovava in Via Bernini, proprio nel centro del capoluogo siculo, segno della convinzione del Riina di essere ormai il padrone incontrastato dell’isola. Esattamente alle 9.00 il boss esce di casa col suo autista, ed è poco dopo che viene bloccato dal corpo di polizia guidato dal capitano De Caprio (soprannominato Ultimo), arrestato e successivamente condotto in centrale.
A Palermo la gioia dei cittadini si riversa per le strade, anche se ci vorranno ancora diversi anni per completare il lavoro di smantellamento della cosca dei Corleonesi; la figura di Ultimo da quel momento è diventata una sorta di leggenda vivente e fonte di ispirazione per numerose serie televisive; Salvatore Riina ancora oggi sta scontando la sua condanna in carcere, e probabilmente vi resterà fino alla fine dei suoi giorni.
Esattamente 23 anni fa la Sicilia compiva un altro grande passo della sua storia, e i siciliani percepivano ancora una volta la consapevolezza di essere un popolo forte, capace di non piegarsi di fronte alla prepotenza di alcun tiranno; a 23 anni di distanza, sarebbe meglio ricordare di più quel giorno, come monito per le scelte future per il bene della Sicilia stessa. [ads2]
ARTICOLO PRECEDENTE
ARTICOLO SUCCESSIVO