Al termine di una riunione, durata all’incirca due ore, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà ha constatato il fallimento della mediazione ed ha apertamente dichiarato che, qualora dovessero permanere delle problematiche sollevate dal M5s e da Leu, porrà la questione di fiducia al Senato. Vi è stata una forte opposizione relativa all’aumento delle spese militari.
Il tentativo di trovare un accordo che introducesse una gradualità nell’aumento delle spese di guerra pari al 2% del Pil non è andato a buon fine. La maggioranza si presenta, infatti, divisa.
I rappresentanti pentastellati Maria Domenica Castellone e Gianluca Ferrara hanno ribadito la contrarietà del Movimento all’aumento delle spese militari. Contraria a tale decisione anche il gruppo parlamentare Leu. Lega e FI, invece, hanno confermato l’ok alle spese militari fino al 2% del Pil. A favore anche Italia viva.
Intanto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, intervenendo alla cerimonia per i 99 anni dell’Aeronautica militare, ha dichiarato:
Gli investimenti per la Difesa sono “importanti e funzionali ai nostri beni più preziosi. La sicurezza è presupposto imprescindibile per la pace […]La capacità di deterrenza è fondamentale per preservare i valori fondamentali della nostra società e le conquiste delle nostre democrazie, recentemente drammaticamente messe a repentaglio dalla sanguinosa invasione dell’Ucraina”.
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