20 Dicembre 2015 - 14:09

Star Wars, cronistoria di una giornata al cinema

Cinema

In coincidenza con l’uscita di Star Wars – Episodio VII – “Il risveglio della forza”, la cronistoria di una giornata al cinema di un fan della saga nata nel 1977 grazie al genio di George Lucas. Tra sarcasmo e ironia, i dubbi dei puristi e il modo in cui è mutato, in Italia, l’andare al cinema

[ads1] Lo dico subito: a me non piace andare al cinema.

Quando ero un po’ più giovane, era difficile che mi perdessi un film in sala: durante la settimana, nel tempo libero, cercavo lo spot dell’Anicaflash con i trailer dei film in programmazione, e poi il sabato e/o la domenica andavo a vedere le pellicole che mi sembravano più interessanti e vicini ai miei gusti.

Cinema

La crisi del cinema in Italia

Col tempo, però, questa passione è andata un po’ via, e i film ho cominciato a guardarli a casa, noleggiandoli in videoteca, cercandoli su internet oppure scaricandoli dalla rete.

La ragione, molto semplice, sta nel fatto che mentre io andavo in sala a vedere un film, a seguirne la trama e a gustarmi le avventure degli attori davanti alla macchina da presa, c’era sempre qualcuno che faceva lo stesso per chiacchierarmi alle spalle.

Si dice che il cinema in Italia sia in crisi, e in effetti questa è una affermazione veritiera: dai tempi in cui la visione di un film in sala era la principale attrattiva dei nostri concittadini, si è passati ad una fase in cui i cinema chiudono, e non per caso.

Ai primordi fu la televisione, che negli anni ’50 si diffuse a macchia d’olio e permise a tutti di gustare un film a casa propria, svuotando le sale. Poi arrivarono i video 8, che sostituirono i vecchi video a nastro a 8 mm, le VHS, i CD, i DVD e infine i Blu-Ray, formati qualitativamente via via migliori, carichi di contenuti speciali e i commenti dei registi.

L’unica fortuna del cinema è che per vedere un film appena arrivato bisogna per forza scegliere una sala vicina al posto in cui si vive, perché nonostante internet dia la possibilità di mettere in circolo, in maniera proibita, versioni dei film in uscita ripresi in telecamera, la qualità audio e video di questi video è veramente infima

Il problema è che, almeno in Italia, la gente non ha ancora capito che al cinema si va per guardare il film, non per chiacchierare.

Il cinema non è un luogo di ritrovo dove si scambiano commenti sul vestito della vicina, il voto che ha preso un figlio a scuola, né il luogo deputato a far fotografie per far vedere su Facebook che il film lo abbiamo guardato, e siamo stati i primi.

Cinema

Finn, non sei un Jedi! Non puoi combattere!

Per fare queste cose c’è la piazza, è quello il posto dedicato alle ciarle: aiuti il cinema a sopravvivere, perché magari chi si rompe di sentirvi chiacchierare poi al cinema non ci viene, e soprattutto aiuti l’economia familiare risparmiando, per una famiglia di quattro persone, almeno 25 euro.

E siamo a Star Wars, di cui ho perso alcuni minuti prima di decidere di spostarmi dal posto assegnato, dopo che una coppia di fidanzati si era seduta accanto a me con un chilo di patatine fritte con salsa barbecue ed un bambino fastidioso che vedeva dappertutto un defunto Darth Vader.

L’odore dello “spuntino” (sì, giusto per placare il languorino pre-pizza, cornetto e caffé di mezzanotte) e l’entusiasmo del bambino lasciato ad infastidire il prossimo dal maleducatissimo genitore, mi avevano seccato, e quindi ho scelto un posto lontano dai rompiscatole per poter gustare una pellicola che attendevo da un anno.

Sì, perché io sono una specie di Sheldon Cooper per quanto riguarda Star Wars: ho visto a ripetizione i primi sei, ed aspettavo di vedere questo episodio dal momento in cui seppi della sua uscita, una cosa che mi ha portato a mettere da parte persino l’atavico terrore della gente che parla al cinema. Star Wars si vede al cinema, non a casa.

Purtroppo il film mi ha deluso, perché è divenuto un blockbuster per bambini: a parte i magnifici effetti speciali e a parte la curiosità di rivedere Mark Hamill, Carrie Fisher e Harrison Ford nei ruoli che furono di Luke, Leia e Han Solo, il “Risveglio della Forza” mi ha dato l’idea di un Abrams e di una Disney che non hanno guardato affatto i sei episodi precedenti.

Ci possono dire, quindi, che J.J. Abrams ami la saga e che fosse il miglior regista al quale affidare la direzione, ma la verità è che Abrams, nella sua bravura, sembra aver dimenticato che Star Wars VII è il settimo episodio di una saga cinematografica, non il pilota di una serie TV. Di Star Wars puoi fare tutti gli episodi che vuoi, raccontare delle guerre Mandaloriane e il futuro della forza, ma non buttare in un episodio difficile, nel quale sei obbligato a raccontare il destino dei Jedi dopo la morte di Vader, tutto quello che vuoi.

Non puoi mettere in mano ad un assaltatore una spada laser: la spada laser, in un combattimento con un “sith” la DEVE e la PUO’ maneggiare correttamente solo un jedi. Puoi tenere la spada in mano, puoi aiutare Luke come fa Han nel sesto episodio, ma se non conosci la forza, non puoi resistere ad un guerriero esperto nel lato oscuro. L’abbiamo visto nel primo episodio, quando Qui Gonn Jinn muore sconfitto da Darth Maul. Perché Finn, che è un assaltatore, resiste al cattivo di turno? È un jedi? Perché non lo spieghi?

Cinema

Daisy Ridley: come fa a conoscere la persuasione di forza?

E siamo alla bellissima Daisy Ridley, la sorpresa migliore del film: brava, affascinante e molto sexy, tra i migliori personaggi del film.

Perché è in grado di attuare la persuasione di forza, che è il mito assoluto, il sogno di chi vuol essere un jedi sin da bambino? Luke Skywalker, che è il figlio di Anakin, il più potente guerriero jedi e sith della galassia, ci impiega tre film per apprenderla.

Perché Daisy Ridley (Rey, nel film) la apprende in dieci secondi? Come riesce a resistere ad un combattimento con Kylo Ren, di cui tra l’altro ci viene detto chi è, oltre ad aggiungere i motivi per i quali conosce le vie della forza?

Si tratta di situazioni che non puoi ignorare, tu che decidi di mettere le mani nella summa della fantascienza, la passione di ogni nerd, il sogno di tutti gli appassionati: tu, invece, l’hai fatto e dunque la vergogna piova su di te, che peraltro hai scopiazzato la trama del IV episodio per farne un nuovo film.

Col tempo ho divagato, però, dunque torniamo sul binario principale: il discorso sul cinema che avevo fatto all’inizio.

Purtroppo, ho letto che in Italia, Star Wars è uscito prima che negli Stati Uniti, e sapete perché? Perché in Italia c’è il cinepanettone e il film di Checco Zalone. C’è il rischio di fargli perdere audience.

È stato in quel momento, quando l’ho saputo, che ho capito perché, in Italia, la gente va al cinema per parlare: siamo un popolo veramente alla frutta. Un franchise milionario rovinato che deve vedersela con la battuta a buon mercato di comici che dei veri grandi della comicità non hanno proprio niente.

[ads2]