Stefano Bonaccini: l’uomo che ha sconfitto Salvini e l’astensionismo
Stefano Bonaccini confermato Presidente dell’Emilia Romagna: il suo allure politico ha oggi risonanza nazionale, per due motivi
Con la vittoria alle Regionali in Emilia Romagna del 2020, il nome di Stefano Bonaccini sale decisamente alla ribalta politica nazionale: è lui, per la cronaca di questi giorni, l’uomo che è riuscito a debellare gli intenti di Matteo Salvini, che voleva un cambio di passo per la roccaforte rossa per eccellenza e, di conseguenza, consegnare un “avviso di sfratto” al Governo Nazionale.
Ma è un altro il nemico contro cui Bonaccini, modenese di 53 anni, è riuscito a vincere: l’astensionismo. Nella tornata elettorale precedente, del 23 Novembre 2014, egli infatti conquistò la poltrona di Governatore con il 49% dei voti. Una vittoria senza idillio si direbbe, dal momento che a votare si reco solo il 37% degli aventi diritto.
Lo scenario che i dati all’indomani delle Regionali 2020 ci consegnano è, invece, di segno decisamente diverso: affluenza quasi raddoppiata (simbolo forse di una ritrovata “fame” di partecipazione politica) e poltrona di Bonaccini che non traballa più, morbidamente adagiata su circa il 51% dei consensi.
Sposato con Sandra e padre di Maria Vittoria e Virginia, Bonaccini comincia la sua carriera politica come Assessore a Campogalliano (paese dove è nato) e figura tra i militanti Pd che hanno assistito alla “rottamazione” di Bersani a favore di Renzi: i rapporti tra Stefano e l’ex leader piacentino cominciarono ad incrinarsi all’indomani dell’elezione del Presidente della Repubblica, Bonaccini allora sostenne la candidatura di Renzi a nuovo segretario dem entrando nella sua prima segreteria come Responsabile degli Enti Locali.
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