16 Settembre 2015 - 15:21

Tattiche renziane, la manovra del 2016 fra debito e crescita

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Strategia governativa in atto per il pagamento di 27 miliardi di euro previsti dalle trattative con Bruxelles: ecco la manovra di Renzi 

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Gli accordi sono già partiti da qualche settimana, ma rimarranno taciti fino al 15 ottobre. Si tratta, sostanzialmente, di un lavoro di mediazione fra il governo e le banche europee ad opera di alcuni ministri italiani, finalizzato all’alleggerimento degli effetti previsti dalle riforme dell’anno venturo.

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Tattiche renziane, la manovra del 2016 fra debito e crescita

L’obiettivo è dunque mantenere gli impegni economici che l’Italia si è assunta con il Fiscal Compact ma, nello stesso tempo, ammortizzare il peso della manovra in termini di sacrificio pubblico, come affermerebbe il Primo Ministro Renzi.

Un’impresa titanica che il governo italiano intende attuare, sulla base del bonus dello 0,4% che il paese sarebbe riuscito a recuperare nei confronti di Bruxelles.

La prossima Finanziaria, cui è attualmente al lavoro il Ministro dell’economia Padoan, prevede l’abolizione sulla tassa della prima casa, legge che il governo auspica di applicare nel minor tempo possibile.

Inoltre, sebbene sia ancora da discutere, sarebbero previste altre due riforme (particolarmente care al Primo Ministro), ovvero l’intervento sulle pensioni per avviare la cosiddetta flessibilità in uscita, e una modifica dell’Ires, l’imposta sul reddito delle società.

Tuttavia, queste trattative non indeboliscono la nota Spending Review, che dovrà recuperare circa 10 miliardi di euro attraverso dei tagli mirati. In primo luogo, ad essere colpita sarà la Sanità: se il patto della Salute prevedeva lo stanziamento di 3 miliardi per i servizi sanitari, ebbene, questo aumento non avverrà in funzione degli accordi europei. Saranno inoltre attuati ulteriori tagli alla Pubblica Amministrazione, soprattutto nel settore “Beni e servizi”.

Un’altra modalità di reperimento verrà effettuata attraverso il rientro forzato dei capitali all’estero, ovvero la “Voluntary Disclosure”.

Obiettivo dell’attuale manovra sarebbe anche la crescita. Nel DEF (Documento di Economia e Finanza)  era previsto un incremento del Pil nazionale pari all’1,4 %.

Le speranze di Palazzo Chigi sarebbero riposte, invece, nell’aumento pari all’1,6% (due decimi in più rispetto alla previsione). Cifra, questa, che da Bruxelles consentirebbe un gettito di almeno 3 miliardi di risorse aggiuntive per l’anno successivo, oltre che una maggiora agevolazione in materia di riduzione del debito pubblico.

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