Ucraina, le grandi aziende fermano le attività in Russia: la situazione
Dai colossi delle bibite Coca-Cola e Pepsi alle multinazionali del food come McDonald's e Starbuks chiudono i battenti. Nel frattempo la Sony blocca gli approvvigionamenti di Play Station
Continua incessante la fuga delle grandi multinazionali americane (e non) dalla Russia come stretta conseguenza della guerra in Ucraina. L’invasione voluta da Putin è arrivata ormai alla seconda settimane e, nonostante continuino i colloqui tra le due fazioni, si è ancora molto lontani da una possibile conclusione del conflitto. Ed è proprio in questo contesto che arriva la decisione da parte delle più grandi multinazionali al mondo di sospendere le attività dei loro franchising. Le ultime, in ordine cronologico, ad abbandonare il “campo” sono state Coca-Cola, Pepsi, McDonald’s e Starbucks.
Crisi Ucraina, la fuga dei big del food&beverage
La scelta da parte delle società, prese più o meno in modo autonomo, sono tutte dovute alla deplorevole situazione causata da Putin con l’invasione alla vicina Ucraina. Coca-Cola ha così motivato la sua decisione: “I nostri cuori sono vicini alle persone che stanno subendo gli effetti inconcepibili di questi tragici eventi in Ucraina. Continueremo a monitorare e valutare la situazione – si legge in una nota – man mano che le circostanze si evolvono“. La stessa decisione che poco dopo ha annunciato anche Pepsi. Il colosso delle bibite ha deciso di sospendere tutte le vendite in Russia, oltre agli investimenti di capitale, la pubblicità e le attività promozionali. L’azienda interromperà anche le operazioni in Ucraina per consentire ai dipendenti di cercare sicurezza mentre la guerra si intensifica nel Paese.
Finito al centro di un caso mediatico sui social per non aver preso posizione prima. McDonald’s ha annunciato che chiuderà tutti i suoi ristoranti in Russia. Precisando che continuerà a pagare i circa 62.000 dipendenti “che hanno messo il loro cuore e la loro anima nel nostro marchio“.
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