CyberZONe

Università e bullismo: i dati dell’indagine di CyberZONe

Università e Bullismo – Indagine su bullismo e cyberbullismo nel mondo universitario: i risultati del questionario del progetto di Servizio Civile Universale CyberZONe

Università e Bullismo – Nel corso degli ultimi mesi, i volontari del Servizio Civile Universale impegnati nel progetto CyberZONe dell’Associazione Zerottonove – in collaborazione con Amesci – hanno somministrato ad un campione di studenti universitari un questionario di rilevamento sul fenomeno del bullismo e cyberbullismo.

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Il campione analizzato, composto da studenti del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Federico II di Napoli, ha risposto anonimamente ad alcune domande sul fenomeno. Dai risultati sono emersi dati interessanti. Prima di analizzare un aspetto nello specifico, la distribuzione della platea è stata la seguente.

Su un totale di 107 studenti, il 59,82 % si definiscono di sesso femminile e il 40,18% di sesso maschile. Dal punto di vista anagrafico il campione risulta così diviso: il 44,86% ha un’età compresa fra i 18 e i 22 anni; il 31,78 % fra i 23 e i 25; il restante 23,36 % ha 26 o più anni.

Nel seguente articolo, nello specifico, sarà preso in considerazione il rapporto con i social nel mondo universitario e in particolare l’incidenza di atteggiamenti discriminatori nel campione analizzato.

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Il 76,77 % ha dichiarato di non aver mai ricevuto commenti offensivi sui social. Mentre il 25,23 % ha ricevuto almeno una volta commenti offensivi. Di tale dato, il 62,96% dichiara di averne ricevuto in pubblico.

Un ulteriore aspetto interessante emerso è che di coloro che hanno ricevuto commenti offensivi sui social, il 55,55% a loro volta ha fatto commenti offensivi sui social.

Inoltre, l’etichetta di bullismo sui social non ha dei margini netti e delineati e si confonde spesso con altri tipi di discriminazione come la violenza di genere e il revenge porn. Alcuni dati interessanti sono emersi anche rispetto alle domande sul tema della diffusione o invio di foto private. Sebbene solo il 3,7% degli studenti esaminati abbia dichiarato di aver visto diffondere le proprie foto private, la percentuale sale notevolmente al 44,8% quando viene chiesto loro se abbiamo mai ricevuto o inviato foto private di qualcun altro.

Il dato in questione è preoccupante poiché dimostra come quasi la metà del campione si sia trovato – consapevolmente o inconsapevolmente – a commettere atti di cyberbullismo, o in questo caso meglio detto revenge porn, nei confronti di altri giovani.

Alesssandra Del Prete

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