Upload: uno sguardo al di là… del tempo e dello spazio
La nuova serie TV di Prime Video, Upload, riflette sull’effettiva vita dopo la morte. E anche sugli abusi della tecnologia da parte della società
In principio fu Black Mirror. La serie TV creata da Channel 4 si prefissava come obiettivo “distopico” quello di analizzare gli effetti negativi della tecnologia sugli umani. E ci riusciva bene, catalizzando l’attenzione sull’elemento più oscuro e rendendo la tematica della distopia estremamente reale, vicina a noi, in qualche modo. Tante sono state le serie che hanno voluto emularla. Upload, invece, nuova serie targata Prime Video, riesce ad andare oltre e a non fossilizzarsi sugli argomenti che hanno reso celebre la serie antologica.
Il nuovo prodotto creato da quel genio di Greg Daniels (la mente dietro The Office) è fresco, non tanto nelle tematiche quanto nell’approccio. Sotto una patina da commedia anche assurda, talvolta, infatti, l’autore vuole sensibilizzare tutti verso argomenti molto più importanti e anche metafisici. Upload è una serie ricca di spunti e di riflessioni anche sociali sul modo di vivere degli umani, su come le nostre priorità siano cambiate in maniera radicale e su una delle domande che più affligge il nostro cervello fin dai tempi più antichi: che cosa c’è dopo la morte?
Ed ecco che, con un approccio da soft sci-fi, il prodotto con protagonista Robbie Amell (Code 8) riesce ad inventare un mondo personale e intimo per rispondere. La serie riesce a travalicare i limiti dello spazio e del tempo per approdare su lidi universali, quasi metafisici se vogliamo, ma non nel modo in cui l’affronterebbe uno qualunque. Daniels, infatti, è ben attento a celare, sotto un’assordante ironia, una critica molto dura al sistema capitalistico e alla frivolezza delle persone odierne. Caliamoci, dunque, in questo sguardo nel futuro che, siamo sicuri, vi interesserà davvero parecchio.
Il nuovo Paradiso
Certo, l’impatto di Upload è molto molto interessante, in quanto punta subito a mitigare dosi di risate con cupidigia assoluta. Lo scenario ci porta in un prossimo futuro, in cui è possibile sconfiggere la morte grazie ad un processo chiamato Upload. Quest’ultimo permette, in punto di morte, di caricare la propria coscienza ed i propri ricordi all’interno di un universo virtuale, in cui i defunti potranno rivivere sotto forma di avatar e perseverare nella propria esistenza. In questo universo “ultraterreno” esiste anche la possibilità di interagire con parenti ed amici tramite una sorta di realtà aumentata, la più esclusiva è Lakeview.
Il costo della realtà virtuale, naturalmente, è sostenuto dai cari vivi, per non dare il saluto definitivo ai propri cari. Il protagonista Nathan Brown (Robbie Amell) è prossimo alla morte in seguito ad un incidente d’auto. Essendo un programmatore e avendo capitale a disposizione, la fidanzata Ingrid (Allegra Edwards) decide di finanziare la sua trasferta nell’opzione più lussuosa di questo Paradiso, in modo da farlo continuare a vivere.
Ad accoglierlo troverà Nora (Andy Allo), che fa parte dello staff di “angeli” incaricati di dare una mano ai defunti. Tra i due, man mano, si creerà una complicità reale-virtuale molto complicata, dato che sono vietate relazioni con i clienti incorporei e Ingrid influenza Nathan. A questo, si aggiunge anche il mistero della morte di Nathan, che non sembra essere stata accidentale.
Dramma e commedia
Uno degli aspetti positivi (forse il più interessante) è come Greg Daniels riesca a mixare perfettamente dosi di tensione con risate a go-go. Upload risulta ben studiata, capace di affrontare con una sorta di realismo e anche con della satira molto tagliente la questione della vita dopo la morte e del classismo. La denuncia contro la società sugli usi e abusi della tecnologia è infatti il perno centrale della serie. Tutto ruota intorno alle informazioni che i big data rappresentano per le grandi aziende.
Alla base vi è l’esasperazione ilare di questi concetti, portati all’estremizzazione e che si riflettono su un altro argomento molto importante: quello dell’eternità. Daniels introduce bene la vicenda con un pilot che instrada benissimo lo spettatore, pur restando ancorato ai suoi dettami preferiti: quelli della workplace comedy. Il mondo virtuale di Lakeview è un luogo-altro come lo era l’ufficio della Dunder Mifflin in The Office. Lì si annidano tutte le interazioni e i pensieri fra Nathan (un valido Robbie Amell) e tutti i suoi interlocutori non umani.
La struttura narrativa è ritmata, divertente e si mixa bene con il tono “mystery” dato dalla morte del protagonista. La durata degli episodi favorisce il binge-watching, e anche tecnicamente, il lavoro dei registi (Daniels, Rogers e Reid) è davvero ottimo. La vera sorpresa della serie, però, si chiama Andy Allo. L’attrice e musicista camerunense garantisce un perfetto mix di “tragicità” e ilarità, talvolta oscurando addirittura il protagonista con il suo appeal.
Tutto così in fretta
Ecco, questa non è una critica, ma sicuramente è un aspetto che non può passare inosservato. Upload funziona talmente tanto bene, da far appassionare subito i suoi spettatori e da lasciarli con l’amaro in bocca proprio per il finale “sospeso“, che allude certamente ad una seconda stagione.
Il binge-watching risulta praticamente automatico, di fronte ad una serie del genere, ma forse d’altra parte la sensazione di restare a bocca asciutta è davvero tangibile. A tal punto che arrivati al finale di stagione è inevitabile un po’ di frustrazione. Ma non perché la serie resti incompleta oppure pecchi del finale, tutt’altro. Semplicemente perché finisce troppo in fretta.
Forse una maggiore dilazione oppure una maggiore distribuzione degli episodi avrebbe giovato ad Upload e l’avrebbe fatta diventare davvero una realtà ben consolidata. Per ora, però, gli spettatori di Prime Video si dovranno accontentare di una gran bella sorpresa.
ARTICOLO PRECEDENTE
ARTICOLO SUCCESSIVO