28 Ottobre 2015 - 20:50

Usa: invio truppe di terra in Siria e Iraq

Usa

Ash Carter, segretario della difesa USA, afferma che vi saranno azioni dirette sul terreno, al fine di avviare un’offensiva concreta e strategica

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La Casa Bianca ha inoltre considerato possibile l’invio di un piccolo squadrone di elicotteri da combattimento Apache in Iraq. Ciò ovviamente comporterebbe il dispiegamento di nuovi e ulteriori soldati e mezzi di ogni tipo, dal momento che lo stesso governo americano si è dimostrato favorevole a una missione di ben 8 elicotteri militari nel territorio Iracheno. Un’azione ben coordinata tra forze di terra e aeree potrebbe risultare una mossa vincente nella spedizione militare contro l’Isis. Lo stesso Obama ha sostenuto la validità di questa attuabile strategia. Nello stesso tempo, questa scelta gioverebbe ai magnati dell’industria bellica statunitense, i quali insistono perchè gli USA siano impegnati in un maggior numero possibile di conflitti. Inoltre, il settore bellico avrebbe modo di ingrandire i propri profitti attraverso la costruzione di nuovi arsenali ed equipaggiamento. L’obiettivo di questa scelta sarebbe anche il miglioramento tattico nel colpire determinati obiettivi senza causare vittime tra la popolazione civile, evitando dunque episodi come il recente bombardamento americano su un ospedale di Emergency, fatto per il quale è stata data la seguente giustificazione: “Ipotesi di infiltrazioni terroristiche”.

Sull’altro fronte, il presidente Vladimir Putin è in procinto di incontrare l’ex preUsasidente francese Sarkozy. Il meeting è previsto per la serata di giovedì a Mosca, secondo quanto riportato dai media russi. La lotta contro lo Stato Islamico sarà l’oggetto di discussione, così come la discussione dell’agenda politica internazionale. E’ emblematico il fatto che la Russia, dopo anni di diffidenza reciproca, stia procedendo verso un decongelamento dei rapporti con l’Europa, soprattutto con la Francia, uno fra i paesi fondatori dell’Unione Europea.

Contro l’Isis fa propaganda anche l’Iraq, ricorrendo a ogni mezzo. Gli uffici postali di Bagdad hanno infatti impresso, sui propri francobolli, illustrazioni di tre importanti battaglie contro l’Isis (la vittoria di Amerli, la riconquista di Jurf Al-Neser e la resistenza del centro petrolifero di Beiji). Si può parlare di una resistenza non solo a livello militare, bensì anche a livello civile e istituzionale.

Si attende ora l’esito di un eventuale intervento Usa in Iraq e Siria, ma soprattutto se e con quanto desiderio il governo americano abbia intenzione di combattere lo Stato Islamico.

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