4 Gennaio 2021 - 17:15

Vaccini Covid, in Italia ritardi nella somministrazione

vaccino covid ippolito

In Italia i dati sulla somministrazione dei vaccini sono ancora bassi rispetto a quelli degli altri Paesi, a preoccupare sono soprattutto Lombardia e Calabria

L’Italia ha dato il via alla somministrazione dei vaccini contro il Covid-19 già da diversi giorni ma il ritmo sembra essere ancora molto lento rispetto al numero dei vaccinati degli altri Paesi, complici della lentezza le avverse condizioni meteo degli ultimi giorni e le festività. Fino a ieri si contavano circa 114.349 vaccinazioni, su 469.950 dosi.

A preoccupare di più è la situazione della Lombardia, una delle regioni più lente nella somministrazione dei vaccini Pfizer. Riguardo a questa situazione già ieri sera avevano espresso l’allarme i capidelegazione e i membri del Cts. Sarà la ministra dell’interno Luciana Lamorgese che a partire da oggi presiederà il Comitato dell’ordine e della sicurezza Pubblica per valutare la situazione. I vertici regionali della Lombardia intanto si difendono spiegando che non si potevano richiamare i medici dalle ferie e annunciano da oggi 6.000 vaccinazioni al giorno nei 65 hub regionali, che dovrebbero salire a 10-15 mila entro pochi giorni. Se la situazione non migliora una delle Regioni più colpite dalla pandemia rischierebbe di avere pochissimi cittadini vaccinati, il tutto andrebbe dunque a discapito del sistema sanitario.

I dati sulla somministrazione di vaccini anti Covid preoccupano anche in Calabria. La Regione inoltre risulta svantaggiata dal cambio del commissario alla sanità, con l’arrivo di Guido Longo infatti ci sarà un ricambio quasi completo dei vertici. Il responsabile Covid Antonio Belcastro spiega i motivi dei ritardi: “Ci sono diverse ragioni. Le festività, la scarsità di personale e la scarsa volontà di collaborare di alcuni commissari di aziende pubbliche ospedaliere”.

Gli ultimi dati nazionali

Attualmente l’Italia conta circa 118.713 vaccinazioni, come riportato dall’ultimo aggiornamento di oggi. A beneficiare dell’antidoto è soprattutto la fascia di età compresa tra i 50 e i 59 anni, alti numeri di somministrazione però si riscontrano anche nella fascia di età che va dai 40 ai 49. In questa prima fase il farmaco sarà somministrato a medici e operatori sanitari, da marzo si prospetta l’avvio delle somministrazioni anche per gli anziani.