Vaccino Covid, è corsa a tre: dati e caratteristiche dei candidati
Vaccino Covid: la Gran Bretagna ha autorizzato Pfizer, il piano italiano sarà operativo da Gennaio prossimo: cosa c’è da sapere
Sono tre i grandi colossi farmaceutici che hanno presentato agli organi regolatori per i farmaci, Ema (Europa), Fda (Stati Uniti) ed Mhra (Regno Unito), le richieste per l’autorizzazione allo stoccaggio e alla commercializzazione del loro vaccino Covid: parliamo di Pfizer/Biontech, Moderna e AstraZeneca. Ora queste richieste vanno valutate: vediamo, vaccino per vaccino, cosa succederà nelle prossime settimane e quando, auspicabilmente, la campagna di vaccinazione potrebbe avere inizio.
Pfizer-BionTech
Il vaccino nato dalla partnership tra Pfizer e Biontech è già stato autorizzato in Gran Bretagna, che lo distribuirà a partire dalla seconda settimana di Dicembre. L’Ema (Agenzia Europea del Farmaco) ne valuterà invece la documentazione relativa a sicurezza ed efficacia nel corso della riunione straordinaria del prossimo 29 Dicembre e così farà anche la Fda americana, ma nella riunione di metà Dicembre.
Il vaccino Covid Pfizer-Biontech sfrutta una proprietà dell’Rna messaggero e nel corso dei test ha riportato un’efficacia pari al 95%. Ciò che potrebbe rappresentare un deterrente sono le alte temperature a cui deve essere conservato: all’incirca -70° C
Moderna
Il candidato vaccino Covid della società Moderna sarà valutato dalla Fda il 17 Dicembre, e il 12 Gennaio dall’Ema. Anch’esso sfrutta una proprietà dell’Rna messaggero ma a differenza di Pfizer si conserva più facilmente (ad una temperatura tra i 2 e gli 8 gradi): tuttavia, per la conservazione a lungo termine potrebbe essere necessaria una temperatura fino a -20 gradi.
Del vaccino Moderna, l’Italia avrà dieci milioni e mezzo di dosi. Un miliardo nel corso di tutto il 2021, dovrebbero andare invece agli Usa.
AstraZeneca
Durante i test il candidato vaccino Oxford/AstraZeneca (sviluppato a partire da uno dei virus che causano il raffreddore comune negli scimpanzè) ha riportato un’efficacia pari al 90%. Tuttavia, prima dell’analisi da parte delle autorità regolatrici dei farmaci, il colosso è stato invitato a fornire aggiornata documentazione. L’incertezza più grande riguarda il dosaggio: i nuovi dati andranno dunque a chiarire come mai il vaccino abbia dimostrato la sua efficacia con la somministrazione, a distanza di un mese l’una dall’altra, di una dose e mezzo anzichè due dosi intere.
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