1 Luglio 2021 - 10:00

Valvolize: “Pronti a valvolizzare la musica” – Intervista

Valvolize

Denny Di Ponio e Marcello Casadei Coccia, insieme sono i Valvolize. Presentano il singolo d’esordio “Non spegnere la musica”. L’intervista

Denny Di Ponio e Marcello Casadei Coccia, insieme sono i Valvolize. Questa scoppiettante formazione elettro-pop composta da polistrumentisti e cultori del suono, approda come duo nel mondo della musica con il singolo d’esordio Non spegnere la musica. Dopo aver incantato la riviera romagnola con importanti progetti live e di cover band, i due artisti si uniscono in un concept inedito che prende il nome di Valvolize.

Il loro singolo di esordio si chiama Non spegnere la musica, fuori dallo scorso 18 giugno. Il brano mixa le vibrazioni elettroniche delle valvole con l’imperfezione ruvida del suono dal vivo, in perfetto stile Valvolize. Ecco l’intervista per Zon.it.

Partiamo da una curiosità. Perché Valvolize?

Il nostro naming nasce in studio. Quando devi trasformare una traccia in mp3 per riascoltarla, la dicitura che viene fuori è “normalize”. Noi facciamo uno stile che mixa l’elettronica e il suonato e per questo abbiamo scelto un nome che rendesse al meglio l’analogico e in particolare le sonorità dal vero. Da qui le valvole e quindi “valvolizzare” tutto quello che facciamo.

Il vostro duo nasce nel 2021, ma in realtà alle spalle avete numerose collaborazioni e registrazioni. Cosa vi ha spinto a mettervi insieme soltanto adesso?

Entrambi abbiamo una vita musicale abbastanza piena, caratterizzata soprattutto da progetti di cover in inglese. Quando il brio della scrittura (anche in italiano) e degli inediti ha iniziato a balenarci in testa abbiamo iniziato a vederci e collaborare in studio. Di lì a poco, il passo è stato breve. Abbiamo pensato di metterci insieme e scrivere qualcosa di nostro.

A questo proposito, Non spegnere la musica è il vostro singolo d’esordio, uscito lo scorso 18 giugno. Il titolo sembra già dire tutto. Qual è la storia che c’è dietro?

Non c’è una storia ben precisa, diciamo che riguarda un conflitto. Due persone che in un primo momento sono accomunate da idee di condivisione, successivamente prendono strade molto diverse. Poi chiaramente la pandemia ha fatto assumere al titolo un significato ben più profondo. Ci riferiamo allo stop che non solo la musica, ma tutto il comparto dello spettacolo ha dovuto subire. Abbiamo consegnato Non spegnere la musica nella mani di tutti e così il brano ha assunto anche questa prospettiva e nel videoclip viene fuori con evidenza.

Quindi ci sarà un videoclip?

Si esatto. Abbiamo scelto di coinvolgere delle pattinatrici e degli skaters che sul lungomare di Rimini attribuiscono al pezzo energia e dinamismo.

Affascina l’utilizzo che fate del suono, non a caso siete entrambi polistrumentisti. A questo proposito nell’album anticipato dal vostro singolo, quali sonorità dobbiamo aspettarci?

Ai Valvolize piace molto variare e spaziare tra i generi musicali. Quello che ci contraddistingue è il mash up tra elettronico e suonato che è certamente il nostro marchio di fabbrica. Sarà questo lo zoccolo duro, il filo conduttore di tutto l’album.

Il brano anticipa un album?

Molto probabilmente sì. Così come altri singoli che usciranno a breve, ma non abbiamo ancora una data di pubblicazione. Diciamo che ci stiamo lavorando…

Siete molto conosciuti nella riviera romagnola e la campagna social che lancia il vostro singolo riguarda i più famosi club italiani. Che rapporto avete con il Live?

Abbiamo suonato tanto in riviera e come musicisti siamo già abbastanza noti. La nuova sfida è quella di farci conoscere come duo e quindi come identità artistica tutta da scoprire. Per quanto riguarda il Live, non ti neghiamo che in studio ci stiamo bene, ma nasciamo come persone da palco. Il palco è la nostra linfa vitale.

Cosa ne pensate dell’attuale sistema discografico? Quasi tutti i nuovi talenti arrivano dai Talent Show. Pensate ci sia ancora spazio per chi la musica la studia e come voi viene da famiglie di musicisti?

Il sistema discografico si è evoluto notevolmente. Sicuramente avere una preparazione di base aiuta perché ti tiene pronto per il dopo. Oggi quasi tutti i giovani emergenti hanno il tarlo del “voglio andare al Talent“. In realtà il mondo della musica è vastissimo e questa possibilità rappresenta solo un 2% della torta. Poi di gruppi se ne sono visti ben pochi e forse non è un male. Alcuni tra l’altro, hanno fatto la differenza.

Ti riferisci ai Måneskin?

Sì esatto. Dopo aver preso parte ad X Factor sembravano essersi persi. In realtà si stavano semplicemente preparando ad affrontare il dopo di cui ti parlavo prima. Per cui se c’è il talento, la voglia di migliorarsi ed imparare, il Talent può avere senso e funziona bene anche.

Quindi prendereste parte ad un Talent Show?

Se ce lo avessi chiesto uno o due anni fa, forse avremmo risposto di no. Oggi ti diciamo sì, ci potremmo pensare.

Ascolta Non spegnere la musica