21 Novembre 2019 - 11:54

Come un vegano ha vinto il mondiale di Natural Bodybuilding

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Massimo Brunaccioni sfata il mito sulla malasanità della dieta vegana, vincendo il titolo mondiale del campionato di Natural Bodybuilding

Massimo Brunaccioni, nato a Cattolica nel 1985, è personal trainer, preparatore atletico, bodybuilder professionista e Vegan coach. L’atleta, vegano per motivi etici, si è aggiudicato il titolo a New York, sbaragliando la concorrenza internazionale e conquistando il primo posto nella categoria “Men’s Physique”.

Al suo rientro dagli States, ha subito commentato la vittoria sui social: “Un sogno che si realizza. Un’enorme soddisfazione personale ma anche una vittoria che rappresenta un altro mattone posato per la costruzione di un mondo migliore dove possa finalmente siglarsi la pace tra gli uomini e gli animali, a partire da un’alimentazione sana che rispetti tutte le creature e il Pianeta. Sono fiero e onorato di essere stato l’artefice di questo ulteriore passo”

massimo brunaccioni

Massimo Brunaccioni

Vegano dal 2012, Brunaccioni è uno degli sportivi italiani vegani più famosi, e ha raggiunto il trionfo nei massimi livelli del bodybuilding. È uno sport in cui è sempre stata vista come indispensabile l’alimentazione a base di carne e prodotti animali. È così che Brunaccioni è diventato, nel tempo, un’icona del mondo vegan.

E le proteine?

Quello del “se vuoi avere i muscoli devi mangiare la carne” è soltanto un vecchio stereotipo. Culturalmente pensiamo che sia la carne a darci la forza muscolare, ma non è così. Cereali, legumi, soia e derivati, verdura, frutta secca, alimenti naturalmente ricchi di proteine, senza i grassi, il colesterolo e i rischi batterici che la carne racchiude. “Amo gli animali, e mi sembra assurdo amare gli animali per poi mangiarli” spiega nell’intervista che rilasciò a Pif nel 2017.

Appena vinto il titolo mondiale, Brunaccioni spiega: “Tutti coloro che hanno deciso di smettere di cibarsi di animali possono, da oggi, farlo con ancora più serenità e sicurezza e con la certezza che il loro percorso di pace e non violenza sia veramente possibile e auspicabile, per la salute propria, degli animali e dell’umanità tutta“.