Viminale, spunta un dossier contro le “toghe” sgradite a Salvini
Nel mirino di Salvini, nel dossier, spunta chi ha pronunciato sentenze in favore dei migranti. Oltre a contravvenire ai principi leghisti
Si ritorna su uno dei cavalli di battaglia più graditi al “Capitano“. La lotta contro le “toghe”, in casa Salvini, è più che mai un tema attuale, soprattutto in virtù del tema immigrazione. Uno degli avversari principali che fu di Silvio Berlusconi si è ora trasformato in un altro dei “millemila” nemici del leghista. A suo dire, infatti, sono proprio i giudici ad ostacolare la politica del Governo su immigrati e sicurezza, tramite sentenze pronunciate in favore dei migranti.
“Mi chiedo se certe iniziative pubbliche e alcune evidenti prese di posizione di certi magistrati siano compatibili con un’equa amministrazione della giustizia.” ha dichiarato lo stesso Salvini, dopo aver fatto annunciare al Viminale il ricorso al Consiglio di Stato contro alcuni provvedimenti presi da magistrati di Firenze e Bologna. Ma non è tutto. Perché lo stesso ministro dell’Interno ha anche diffuso una vera e propria blacklist delle toghe che hanno firmato le sentenze. E dal PD attaccano a tutta forza, inneggiando a una vera e propria schedatura.
Tra questi “giudici ostili” alla linea del Viminale vi è Luciana Breggia del tribunale di Firenze, relatrice della sentenza che ha escluso il ministero dal giudizio sull’iscrizione anagrafica di un immigrato.
Ma il ministro dell’Interno tenta di mascherare la faccenda così: “Non intendiamo controllare nessuno né creare problemi alla magistratura in un momento così delicato. Contesto però che se un giudice fa un dibattito a favore dell’immigrazione e poi il giorno dopo emette una sentenza su un immigrato, allora non fai il giudice, ti candidi alle elezioni, vai in Parlamento e cambi le leggi.“
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