18 Dicembre 2017 - 14:16

Vittorio Emanuele III: quando lo Stato è nel caos viene meno anche la memoria storica

Vittorio Emanuele III

Vittorio Emanuele III rientra in Italia dopo i tanti anni di esilio ad Alessandri D’Egitto. Le strategie per riabilitare la sua figura e cancellare la memoria storica

La memoria storica è qualcosa che non solo detta delle peculiarità specifiche di uno Stato ma permette allo stesso di sopravvivere in nome un principio specifico su cui porre la propria base.

Quando il clima di tensione sociale è portato alle estreme conseguenze e la disparità territoriale diviene un pro forma, ecco sparire tutto quel patrimonio accumulato negli anni riabilitando figure un tempo condannate (dal tempo e dai fatti) nell’indifferenza generale.

Il rientro della salma di Vittorio Emanuele III, che ha creato un vero e proprio caso nella Penisola, si pone proprio al centro di questa discussione tanto per le modalità con cui è avvenuto il ritorno in Italia del corpo quanto per le conseguenze della vicenda.

Andando per ordine e considerando in primo luogo i fatti per come sono accaduti, è necessario ricordare che il corpo del re d’Italia all’epoca del fascismo è avvenuto attraverso un volo di Stato con l’aiuto di un mezzo militare.

Vittorio Emanuele III

Questo gesto, seppur compiuto con il massimo riserbo – compreso quello sui dettagli dell’operazione richiesto espressamente dal Presidente della Repubblica – , ha in un sol colpo riabilitato la figura di Vittorio Emanuele III.

Infatti, la pseudo ufficialità – garantendo un colpo al cerchio ed un colpo alla botte – resa dal volo di Stato segnala una sorta di mea culpa da parte della Nazione, rinnegando le non decisioni prese durante il periodo fascista del sovrano, e un atto dovuto dopo anni di lontananza.

Tutto ciò, quindi, oltre ad una specifica conseguenza sull’atto in sè ha portato da un lato ad un indifferenza generale, dovuta sia ad un lassismo generale storico creato da altre contingenti problematiche, e dall’altro ad un nuovo – ulteriore e stancante – intervento di Casa Savoia.

Gli ex reali d’Italia, che tanto hanno apprezzato il precedente passo indietro del 2002 richiedendo un risarcimento alla Nazione di 260 milioni di euro nel 2007, sono intervenuti contestando la segretezza – neanche tanta, dato ciò che è venuto a galla – del ritorno e l’impossibilità di sepoltura nel Pantheon.

In questo caso, riflettendo e guardando la situazione da un ulteriore punto di vista, l’ex famiglia reale ha tentato di sfruttare al massimo la situazione – consapevoli del trasferimento nelle mani ufficiali dello stivale – e comunque creare l’occasione di rimettere in discussione, assolvendola totalmente, una figura che ha condotto – ed avallato – il nostro Paese in una delle pagine più oscure della propria storia.

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