YouTube proibisce i video di odio o che negano eventi come l’Olocausto
Da qui ai prossimi mesi, l’azienda californiana YouTube vieterà contenuti che incitano la discriminazione e i complottismi
Una vera e propria crociata, quella di YouTube contro i contenuti che inneggiano all’odio e alla discriminazione. Lo ha annunciato sul suo blog ufficiale, con un post in cui la piattaforma di condivisione video spiega le motivazioni che hanno spinto i dirigenti a prendere una serie di provvedimenti. Scopo è quello di arginare la marea di video che elogiano la supremazia di una razza, di un genere, di una religione o che negano eventi ben documentati come l’Olocausto nazista o la sparatoria avvenuta nella scuola elementare di Sandy Hook negli Stati Uniti.
“Oggi, stiamo facendo un ulteriore passo in avanti nella nostra linea di condotta contro l’hate speech – si legge nella nota – nello specifico proibendo video attinenti alla superiorità di un gruppo per giustificare discriminazione, segregazione o esclusione basata su qualità come età, sesso, razza, casta, religione, orientamento sessuale o prestazione del servizio militare. Questo include, per esempio, video che promuovono o glorificano l’ideologia nazista, che è intrinsecamente discriminatorio“. Da Gennaio sono impegnati anche a “limitare contenuti borderline e disinformazione dannosa, come video di fasulle cure miracolose per malattie serie, o che rivendicano che la terra sia piatta“. Quest’ultimo provvedimento per ora è attivo solo negli Stati Uniti ed ha portato ad una riduzione di oltre il 50% delle visualizzazioni per questo tipo di contenuti e verrà esportato in futuro anche in altri Paesi.
La stessa azienda, afferente al colosso di Google, non nasconde l’utilità che potrebbero avere tali contenuti per fini di indagine e studio: “Riconosciamo che alcuni di questi contenuti hanno valore per i ricercatori e ONG per comprendere l’odio al fine di combatterlo e stiamo esplorando opzioni per renderli disponibili a questi in futuro”
Le nuove misure di controllo dei contenuti entreranno subito in vigore, ma la stessa YouTube è conscia del fatto che ci vorranno un po’ di mesi prima che il sistema possa arrivare a pieno regime e raggiungere la piena copertura delle centinaia di migliaia di contenuti multimediali presenti sulla piattaforma.
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