5 Ottobre 2016 - 15:42

Davide Stival vuole giustizia per sé e per il figlio

Davide Stival

Davide Stival vuole giustizia per sé e per il figlio. Il padre del piccolo Loris, ucciso due anni fa, secondo la Procura, dalla madre Veronica Panarello, ha chiesto un risarcimento di due milioni di euro alla donna, dalla quale ha intenzione di separarsi

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Davide Stival sembra essere l’altra vittima di questa triste vicenda, ma nonostante le udienze che si susseguono da mesi, questa storia è molto lontana dalla conclusione. La colpa di tutto questo ricade su una sola persona: Veronica Panarello, la madre del piccolo Loris, e moglie di Davide Stival, che il 29 novembre di due anni fa ha perso un figlio e tutta la vita che aveva costruito fino a quel momento.

Oggi l’uomo chiede giustizia per sé e per il figlio, e punta il dito proprio contro di lei, Veronica, per la quale le Procura ha appena chiesto una condanna di 30 anni di reclusione, e che continua a cambiare versione ad ogni udienza e ad ogni interrogatorio. Ma ora tocca a lui far sentire la propria voce, e così Davide Stival chiede anche per sé giustizia, con un risarcimento di due milioni di euro alla ex moglie, in aggiunta alla richiesta di divorzio già avanzata nei giorni scorsi.

L’uomo si era schierato da subito al fianco della moglie, non credendo in alcun modo alle accuse mosse contro di lei, ma le prove che la inchioderebbero, insieme alle rivelazioni della donna, che ha addotto come movente dell’omicidio una relazione con il suocero, hanno fatto vacillare le certezze del padre del piccolo Loris e lo hanno spinto alla clamorosa decisione di chiedere un risarcimento.

Secondo Daniele Scrofani, legale di Davide Stival, la richiesta non sarebbe fondante ai fini del reato, ma resta comunque il fatto che Davide ritenga plausibile l’ipotesi della relazione tra la moglie e il suocero, pur non ritenendo suo padre responsabile materiale del delitto, come affermato dalla donna.

Davide Stival ha subìto un danno emotivo e materiale incalcolabile da questa vicenda. Non solo il suo figlio maggiore non c’è più, ma con la moglie in galera è stato costretto a lasciare l’impiego di autotrasportatore per stare vicino al figlio minore. Inizialmente il Comune di Vittoria gli aveva offerto un posto come autista del sindaco, ma nel momento in cui il mandato all’ex primo cittadino non è stato rinnovato, l’uomo ha visto decadere anche il suo contratto e si è ritrovato nuovamente senza lavoro. 

La prossima udienza è prevista il 7 ottobre con l’arringa difensiva dell’avvocato Francesco Villardita. Se non ci saranno ulteriori repliche, entro metà ottobre potrebbe arrivare la sentenza del Gup Andrea Reale.

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