16 Novembre 2015 - 14:45

Un Giubileo all’insegna della paura e del rischio

Giubileo, Roma

Nuove norme securitarie, più controlli sul territorio, schieramento di maggiori nuclei di polizia. Dopo gli attentati di Parigi, e in vista del Giubileo dell’8 dicembre, la paura sale

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Nel momento in cui si verificano tragedie come quella di Parigi , quando a morire sono 132 persone, quando tutto il mondo sta a guardare, commentare, esprimere dolore, quando quelle stesse tragedie destabilizzano le agende politiche, ma soprattutto quando comuni cittadini percepiscono insicurezza e paura, la risposta degli organismi nazionali ed internazionali è l’offerta di “nuova” sicurezza. Norme più restrittive, maggiori controlli, più finanziamenti e dispiegamenti di forze dell’ordine.

In Italia più che mai, in virtù dell’apertura del prossimo Giubileo, che avrà luogo l’8 dicembre, ovviamente in Piazza San Pietro.

Giubileo, Roma

Dopo gli attentati di Roma, il Giubileo ci sarà, ma con nuove norme

Scartata la possibilità di annullare l’evento, nonostante sui social stia crescendo il dissenso, l’unica strada percorribile è l’inasprimento dell’apparato securitario. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha annunciato l’arrivo di 700 militari, a partire dalla giornata di lunedì. Inoltre, dopo che l’esecutivo ha decretato un innalzamento del livello d’allerta, i segni di di un maggior controllo sono già visibili: in occasione dell’Angelus, più pattuglie lungo le strade che conducono al Vaticano, ispezioni con metal detector di beni materiali posseduti da fedeli e turisti.

In linea di massima, esecutivo e maggioranza erano in procinto di emendare la legge di stabilità, la quale nelle prossime settimane passerà alla Camera, ma data l’emergenza, la tempistica, e l’imponenza dell’evento, è necessario destinare nuove risorse al Giubileo, in termini di sostegno all’intelligence e alle forze dell’ordine.

Rispetto al tema del controllo delle frontiere e all’immigrazione, scatteranno nei prossimi giorni ulteriori espulsioni, nei confronti di chi è considerato soggetto a rischio per la sicurezza nazionale, data la provenienza o l’indubbio stato giuridico.

In generale, 30 milioni di euro – cifra non confermata ancora ufficialmente – saranno destinati, come emerge dalle dichiarazioni di Franco Roberti, Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, a favore di un intervento deciso, al fine di “mettere in campo tutti i mezzi di prevenzione necessari. Non servono leggi speciali ma dobbiamo essere pronti a rinunciare ad alcune delle nostre libertà personali, in particolare dal punto di vista della comunicazione”.

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