2 Giugno 2020 - 14:23

2 Giugno, centrodestra in piazza senza regole: niente distanziamenti

salvini Gregoretti 2 Giugno Bologna

Il flash mob organizzato dal centrodestra per il 2 Giugno degenera in una ressa generale. E Matteo Salvini va in giro senza mascherina giustificandosi

Tutto come previsto. Un assembramento totale che viola ogni norma di sicurezza. Che abbatte qualsiasi soglia di rischio. Che gioca d’azzardo con la sorte. Distanze azzerate. Alla fine, al flash mob organizzato dal centrodestra in occasione del 2 Giugno sono migliaia. Tutti quanti irrispettosi delle regole messe in atto dal Governo per combattere la diffusione della pandemia causata dal Coronavirus. E, tra l’altro, non è nemmeno questo il fatto più grave. C’è anche chi si giustifica (come Matteo Salvini) andando in giro senza mascherina né precauzioni.

Ce l’ho, ma gli esperti dicono che il virus sta morendo.” dichiara Matteo Salvini in modo alquanto grottesco, come se non esistano regole. Le frange più estreme della destra che si presentano puntuali in piazza. Pochi metri più in là rispetto ai promotori del centrodestra, tra cui Giorgia Meloni e Antonio Tajani. La Polizia non può che osservare sgomenta. Poi si muove, riceve forse degli ordini dalla questura perché la scorta dello stesso Salvini chiama preoccupatissima la centrale. C’è la ressa di sempre, avvertono.

E così lo stesso leghista si giustifica di nuovo: “Se la sinistra era in piazza il 25 Aprile, perché noi no? Vedete bandiere di partito? Solo Tricolori.
Giorgia Meloni invece si guarda intorno preoccupata per il marasma di gente. Non era quel che avevano pensato. È una roulette russa. La capogruppo di FI Annamaria Bernini e la senatrice braccio destro di Berlusconi Licia Ronzulli si riparano in un vicolo, osservano sgomente la bolgia.

Nel frattempo, Angelo Bonelli, coordinatore nazionale dei Verdi, annuncia un esposto alla procura della Repubblica: “Questo è un fatto vergognoso, in sfregio a chi ha combattuto contro la pandemia.
Il 2 Giugno, dunque, si presenta come un vero e proprio ulteriore segnale dell’inadeguatezza della destra.