2 Giugno 2020 - 13:38

Space Force: l’accoppiata Daniels-Carell e la satira politica

Space Force Netflix

Greg Daniels, creatore di The Office, approda su Netflix con la sua nuova comedy Space Force. Uno show che sa di attacco all’America odierna

Dopo un po’ di anni di assenza, ecco che Greg Daniels piazza due colpi improvvisi ben assestati. Questo 2020 è praticamente nato all’insegna della rinascita del creatore di The Office e Parks And Recreations. Tutti quanti conoscono il vero valore di questo mitico sceneggiatore, che ha contribuito a creare due delle serie comedy più belle di sempre. Ed ecco che, dopo aver lanciato Upload su Prime Video ad inizio Maggio, ora tocca a Space Force su Netflix.

I più sono rimasti colpiti da questo improvviso annuncio. Più che altro perché, oltre a Greg Daniels, ci sono stati altri due nomi importanti che hanno subito risvegliato le fantasie degli spettatori: Steve Carell e John Malkovich. Il primo ha già lavorato con Daniels e ha contribuito a creare la mitologia legata a The Office e al suo personaggio Michael Scott. Del secondo superfluo parlare oltre, il curriculum infinito parla da sé. Quindi, da questo punto di vista, Space Force è partita sotto i migliori auspici, dato il potenziale incredibile di cui gode questa serie. Ma, a conti fatti, qual è la natura di questa nuova creazione Netflix?

Ancora una volta, Daniels riesce a procurarsi uno spazio completamente nuovo da occupare. Dopo aver esplorato la tecnologia e le sue derive in Upload, infatti, questa volta ha costruito una satira politica come sempre molto attuale, basata perlopiù sull’America di Trump e sulla sua deriva sempre più autoritaria. Ma non solo: la nuova serie Netflix è anche un’opportunità per criticare l’American Way Of Life e la volontà americana di fare sempre il passo più lungo della gamba.

Andiamo ad esplorare meglio i contenuti della serie.

Militarismo vs. scienza

Space Force prende ispirazione da fatti realmente accaduti. Infatti, Donald Trump annunciò qualche anno fa la creazione di una vera Space Force, ramo militare dedicato alla conquista dello spazio. Idea da molti giudicata surreale, e (scommettiamo) tra questi vi è anche Greg Daniels.

Protagonista della vicenda è Mark Naird (Steve Carell), generale pluridecorato che viene messo al comando della neonata “forza spaziale”, incarico che accetta pur definendolo ridicolo. Una volta arrivato sul nuovo posto di lavoro, si trova alle prese con varie difficoltà. La moglie (Lisa Kudrow) viene incarcerata per un motivo non precisato, la figlia (Diana Silvers) non sopporta la nuova situazione, e il responsabile scientifico della Space Force, il dotto Adrian Mallory (John Malkovich) si oppone continuamente alle sue proposte.

A questo si aggiunge anche la presenza insopportabile di F. Tony Scarapiducci (Ben Schwartz), fissato con l’immagine del generale e di Kick Grabaston (Noah Emmerich), generale che trama per soffiargli il posto. E nel frattempo si sta preparando una spedizione lunare, nella speranza di battere i cinesi. Insomma, tantissima carne al fuoco.

Tra satira e origin story

Ora, c’è subito un assunto semplice da fare: Space Force non è The Office. Chiunque si aspettasse una sorta di “remake” spaziale dello show del 2005 resterà deluso. Tolto questo “dente”, si può tranquillamente affermare come la nuova creazione della coppia Daniels-Carell sia senz’altro interessante e ricca di spunti. Ed è la satira a farla da padrone.

Durante tutto il primo arco narrativo di Space Force, non è difficile trovare riferimenti al panorama statunitense attuale (oltre all’evocazione “trumpiana” della grandezza dell’America da parte di Naird/Carell, troviamo anche collegamenti con l’opposizione democratica). E forse il pregio maggiore, ma anche il suo difetto, è quello di equilibrare le gag in maniera imparziale a destra e sinistra.

Senza dubbio, la capacità maggiore di Daniels sta tutta nel creare una nuova alchimia tra i personaggi principali. Se in The Office la coppia Michael-Dwight la faceva da padrone, qui ritroviamo una situazione analoga con Naird-Mallory. Ed è proprio John Malkovich il vero pezzo da novanta della serie: poche volte abbiamo visto l’attore in una veste così esilarante, ma il vestito cucitogli addosso gli sta in maniera impeccabile, tale quasi da oscurare anche Steve Carell, che è comunque sempre in forma. E proprio grazie a loro due si imposta uno dei topic principali della serie: ovvero il contrasto tra scienza/razionalismo e politica/sensazionalismo.

Anche l’aspetto tecnico gioca a favore della serie. Senza dubbio Daniels mostra un’ottima qualità dal punto di vista registico, risultando mai banale e sempre “fresco”, fornendo anche picchi elevati dal punto di vista fotografico (memorabili i “rossi” della sala di controllo spaziale). Insomma, il vestito è cucito per bene.

Lo humor e il cast

Ma Space Force non è una serie perfetta. Anzi, ha parecchi scheletri nell’armadio. In primis, cade in parte sull’aspetto che più gli dovrebbe competere: quello di far ridere. Nonostante l’ispirazione e il potenziale sicuramente non manchi, Daniels non si spinge mai oltre una certa soglia di comicità che rende troppo statica la prima parte di stagione (lasciandosi andare poi nella seconda).

Le gag sicuramente ci sono, intendiamoci. Il problema è che sono sfruttate col contagocce, centellinate in attesa di un’esplosione che arriva solamente nelle puntate finali, lasciando l’amaro in bocca a chi si aspettava una serie fresca e una verve più carica da subito. L’approccio troppo cauto concilia poco con la natura satirica/caricaturale della serie e ne limita praticamente il potenziale.

Altro punto a sfavore è senza dubbio il cast. A parte i due protagonisti, infatti, le comparse del cast risultano molto meno presenti. Ed è questa, forse, la differenza principale tra Space Force e The Office. Lo show con John Krasinski e Rainn Wilson aveva, infatti, dalla sua, una natura corale che nella serie Netflix non risulta presente, fossilizzandosi e puntando quasi tutto sui due protagonisti. Sono stati lasciati al caso alcuni personaggi (come quello di Lisa Kudrow o di Fred Willard) che potenzialmente avrebbero potuto elevare e non poco le situazioni paradossali all’interno della serie.

C’è da ricordare, però, che anche The Office partì in sordina per poi esplodere nelle stagioni successive. Ci auguriamo lo stesso esito anche per lo show Netflix.