25 Ottobre 2019 - 12:44

7° Arte #40 – Apocalypse Now: L’odissea del war-movie

apocalypse now

Liberamente ispirato al romanzo di Joseph Conrad “Il cuore delle tenebre”, nel 1979 esce “Apocalypse Now”, war-movie drammatico, diretto da Francis Ford Coppola, ancora oggi considerato uno dei film epici per il racconto della guerra del Vietnam

Il conflitto tra il bene e il male è una costante di un’ampia gamma di pellicole all’interno della storia del cinema. Ci sono film, però, che hanno segnato una svolta per la settima arte. Uno di questi è Apocalypse Now, film del 1979 che racconta una celebre storia ambientata nel 1969 nel cuore della guerra del Vietnam.

Il war-movie che nasce con Coppola

Quelli che oggi chiamiamo war-movie sono una frequenza massiccia del cinema moderno, soprattutto per quanto riguarda quello americano, sempre legato e affezionato alla spettacolarizzazione. Rendere epica e tumultuosa anche la guerra lo diventa grazie al film di Francis Ford Coppola, un regista passato alla storia ancor prima della travagliata produzione – da lui stesso avviata – di Apocalypse Now.

Dopo il successo dei primi due capitoli de Il Padrino, Francis Ford Coppola era pronto a tornare nelle grandi sale con un blockbuster su cui potesse mettere mano pienamente. Il regista crea una sua casa di produzione cinematografica: la Zoetrope Production; prende liberamente ispirazione dal romanzo di Joseph Conrad, intitolato “Il cuore delle tenebre”.

Il passaggio di consegne da Lucas a Coppola

Da questo tetro ma illuminante romanzo nasce la penna sceneggiatrice di John Milius, incoraggiato da George Lucas e Steven Spielberg. Milius infatti scrisse la sceneggiatura già nel 1969 (anno in cui è ambientata la vicenda del film) pensando che sarebbe stato proprio Lucas a dirigere il film. Quest’ultimo però rinunciò allo sforzo in quanto impegnato nella creazione dell’universo di Star Wars che approda sul grande schermo col primo episodio nel 1977.

Le redini artistiche passarono dunque a Coppola che, dopo il grande successo de Il Padrino, aveva intenzione di realizzare un’opera ancor più autoriale. Come già fatto col secondo capitolo della mafia italo-americana, Francis Ford Coppola è autore – ancora una volta – di un esercizio di stile che lo innalza come uno dei registi di maggior talento della storia del cinema. Apocalypse Now è un film che narra della guerra in Vietnam, ponendo l’uomo come pendolo tra il bene e il male. La guerra è un vento che soffia ineluttabilmente e pone l’uomo dinanzi a dilemmi morali ed esistenziali. Ancora una volta Coppola è autore di una grande introspezione emotiva dei suoi personaggi.

Un cammino psicologico accompagnato da un’odissea tra l’action e il drama. Il personaggio di Benjamin Willard (Martin Sheen) rappresenta il bene messo continuamente alla prova, mettendo in discussione su cosa sia davvero la bontà d’animo. Si contrappone, particolarmente enfatizzato in un finale disturbante, la figura che rappresenta il male e la devianza della coscienza: Walter Kurtz interpretato dall’immortale Marlon Brando. Il sodalizio tra Coppola e Marlon Brando prosegue dopo il personaggio di Don Vito Corleone nel primo Padrino, interpretazione di Marlon Brando che fu premiata anche con l’Oscar.

Un viaggio epico e tormentato, caratterizzato da molteplici scene, sia adrenaliniche sia dal forte impatto introspettivo. Apocalypse Now ci immerge in un mondo corrotto, sporco e sanguinoso. Una scenografia che cattura, una colonna sonora (spicca la scena del bombardamento aereo catalizzato dalla Cavalcata delle Valchirie) perturbante e una fotografia a tratti scioccante.

Coppola rende Apocalypse Now un caposaldo della storia del cinema grazie a un finale ricco di inquadrature suggestive e allo stesso tempo disturbanti. Immagini ancora oggi impresse nella memoria collettiva. Apocalypse Now presenta chiavi di lettura molteplici: innumerevoli le ispirazioni religiose e culturali, variabili gli sbocchi interpretativi che passano dalla filosofia alla psicologia.

La pellicola di Coppola è minuziosa e potente allo stesso tempo: riesce a mettere in scena astrattismo grazie a personaggi che comunicano attraverso i loro sguardi e le loro scelte.

Un film che denuncia l’inutilità della guerra e le conseguenze che quest’ultima lascia come cicatrici all’interno dell’anima. Già con Martin Scorsese e col suo Taxi Driver avevamo avuto un accenno sullo squilibrio psicotico causato dalla guerra del Vietnam.

Il war-movie prenderà piede come genere cinematografico, alternando le potenzialità degli effetti sonori e degli effetti visivi che presero campo tra gli anni ’70 e ’80 grazie alla New Hollywood. Il film Apocalypse Now riesce, però, a porsi come punto di riferimento in quanto presenta il perfetto archetipo del cammino dell’eroe e lo scontro tra bene e male.