1 Febbraio 2018 - 07:59

Liberi e Uguali, l’intervista al candidato salernitano Francesco Iandiorio

liberi e uguali

“La mia candidatura nasce con l’idea di dimostrare che essere indipendenti e liberi si può e si deve fare, in qualsiasi partito” queste le parole di Francesco Iandiorio,  giovane salernitano, candidato alla Camera con Liberi e Uguali nel collegio plurinominale della provincia di Salerno

In vista delle prossime elezioni politiche che si terranno il 4 marzo 2018, lo scorso 29 gennaio anche il partito Liberi e Uguali ha ufficializzato le liste dei candidati alla Camera e al Senato. Uno scenario  demotivato e demotivante quello che si presenta all’elettore di centro sinistra. Una sinistra dilaniata da scissioni, minoranze respinte, dissidenti e vittima di una frammentazione causata da personalismi più che da idee realmente divergenti. In questo clima di “disorientamento“ generale,  pare ci sia ancora spazio per i giovani, quelli che credono fermamente nell’intrinseca politicità della dimensione pubblica e sociale.

Liberi e Uguali sarà davvero in grado di rimettere in campo la “vera sinistra”?  Ne abbiamo discusso con Francesco Iandiorio, candidato per Liberi e Uguali alla Camera dei Deputati nel collegio plurinominale della provincia di Salerno.

  • Liberi e Uguali è la nuova lista unica che raggruppa i partiti nati a sinistra dei dem,  guidata dal presidente del Senato, Pietro Grasso. Cosa l’ha spinto ad aderire a questo nuovo schieramento politico?  Come e perché nasce Liberi e Uguali?

È un progetto che nasce da lontano, dal No al Referendum Costituzionale del duo Boschi-Renzi. C’era l’esigenza di rimettere in campo la sinistra, quella vera che si occupa dei molti e non dei pochi, come giustamente ha ricordato il leader del Labour Corbyn. La mia adesione nasce quindi da questa spinta a costruire dal basso un cambiamento, ritornando davvero tra la gente. Cambiamento ancora più necessario nelle nostre terre.

  • ”Con la candidatura di Francesco Iandiorio vogliamo dare e proporre un volto ad una generazione che, stando a molti, un nome e un volto non ce l’hanno” con queste parole il Movimento Giovanile della Sinistra -Salerno ha ufficializzato la sua candidatura. Quali sono le istanze e le tematiche che intende portare avanti nell’ottica di una politica dal basso verso l’alto?

Ringrazio il Movimento Giovanile della Sinistra per aver sposato, da subito, la mia candidatura, ma soprattutto per lo straordinario lavoro che i ragazzi svolgono nella rappresentanza nei luoghi simbolo della Cultura: la Scuola e l’Università. Cercherò di portare in campagna elettorale ed eventualmente a Montecitorio le istanze dei Millennials, non quelli paracaduti della direzione renziana del Pd. Ovvero lavoro, lavoro, lavoro. Senza lavoro non c’è futuro; con il precariato non c’è sicurezza e non ci sono diritti. Serve una nuova epoca dove ai doveri corrispondano diritti. E all’eccesso di competizione al ribasso venga sostituito un eccesso di meritocrazia.

  •  Il nuovo sistema elettorale definito “Rosatellum” sembra peccare dal punto di vista della prevedibilità del voto rispetto alla formazione dei governi: pare piuttosto improbabile che la prima lista o coalizione raggiunga la fatidica quota del 40% dei voti in entrambe le Camere. In un tale quadro si prefigura la possibilità di un’apertura al dialogo con le altre forze politiche? Con il Movimento 5 Stelle?

 Il Rosatellum è una pessima legge. Ma una cosa è fondamentale ricordarla: siamo ritornati ad un sistema per larga parte proporzionale. E’ inevitabile ed anche giusto e sano che le forze politiche si incontrino, dopo la competizione elettorale in cui gli elettori hanno scelto quali politiche sposare, per valutare quale governo sia migliore per il paese. Penso che il Movimento 5 Stelle, ad oggi, sia più di sinistra del Pd, almeno a livello locale. Le candidature del Pd sul nostro territorio dimostrano come si voglia tornare al sistema feudale. Dove ci sono i feudatari e i loro vassalli pronti al voto “utile”. L’unico Vassallo buono, che ho avuto la fortuna di conoscere, era il sindaco di Pollica barbaramente ucciso perché uomo libero. Se diventerò parlamentare farò immediata richiesta per una commissione parlamentare ad hoc sul caso del sindaco pescatore.

  • Lei è irpino di nascita ma salernitano d’azione. Da sempre impegnato attivamente in politica sul territorio nel tentativo di creare una giovane generazione culturalmente preparata e consapevole, adesso è candidato nel collegio plurinominale della Provincia di Salerno, quanto può giovare una rappresentanza salernitana in parlamento?

Abbiamo avuto una sovra rappresentazione della nostra Provincia nell’ultima legislatura ma nessuno se n’è accorto. Non conta il numero dei Parlamentari eletti: conta per quali ragioni si mettono in gioco e cosa rappresentano. La mia candidatura nasce con l’idea di dimostrare che essere indipendenti e liberi si può e si deve fare, in qualsiasi partito. Dal 5 marzo è necessario lavorare per provare a cambiare il modo in cui i giovani si avvicinano alla politica in provincia e a Salerno città. C’è la necessità di istituire il Forum delle Rappresentanze giovanili nel Capoluogo e di costruire politiche che vadano oltre le luci e le discoteche. Per creare qualcosa di duraturo e non di effimero.

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