7 Agosto 2018 - 17:40

Il Decreto Dignità è realtà: il Senato dà il via libera alla legge

Decreto Dignità Scontro Rodotà

Il decreto dignità passa con 155 sì e 125 no. Nel decreto, limiti a contratti a termine e stop a pubblicità giochi. Le opposizioni protestano

Finalmente, il fatidico Decreto Dignità è diventato realtà. L’aula del Senato ha dato il via libera definitivo al provvedimento con le nuove norme su contratti a termine e pubblicità dei giochi con 155 sì, 125 no e 1 astenuto.

L’approvazione è arrivata in extremis a poche ore dall’inizio della pausa estiva dei lavori parlamentari. Nessuno dei circa 700 emendamenti, tutti delle opposizioni, è stato approvato. E ciò ha suscitato un po’ di malumore proprio nei partiti minori.

Dopo decine di anni è stato approvato il primo decreto non scritto da potentati economici e lobby. È il primo decreto, dopo tanti anni, che mette al centro il cittadino, gli imprenditori, i giovani precari. Finalmente i cittadini segnano un punto: cittadini 1-sistema 0.” ha dichiarato Luigi Di Maio.

Oggi l’Italia guadagna un primato in Europa: è il primo Paese ad avere abolito la pubblicità del gioco d’azzardo. Lo dedico agli operatori del sociale che ogni giorno cercano si salvare padri e madri dalle grinfie delle slot machine.” ha poi concluso.

Le polemiche per il decreto non si sono fatte attendere. Molti senatori del PD hanno esposto dei cartelli polemici con su scritto “-80mila, bye bye lavoratori“. I cartelli comunque sono stati subito rimossi dai commessi su richiesta della Casellati.

Voglio segnalare l’umiliazione che ha subito il Senato in queste ore. Abbiamo un nuovo regolamento per far procedere più speditamente i provvedimenti, a patto però che ci sia una discussione più approfondita in commissione. Ma lo avete impedito, per non ascoltare le proposte delle opposizioni tutte, e questo è un grande errore, ministro Di Maio. Voi avete messo il bavaglio alle opposizioni.” ha dichiarato Andrea Marcucci, capogruppo dem al Senato.

Nei prossimi giorni il Decreto Dignità sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale.

 

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