Sulle due ruote della bike verso il fagiolo di Controne
Sulle due ruote della bike andiamo oggi a tutto gas lungo i paesaggi autunnali del Cilento interno, da Moio della Civitella fino alle pendici del massiccio degli Alburni, verso il richiamo di Controne e dei suoi fagioli
Dal black friday della città al green saturday della campagna: gli Outdoorini oggi alla febbre degli sconti scelgono ancora il “mal del Cilento” verso il richiamo di Controne e dei suoi fagioli.
Sulle vie del centro le vetrine impazzano di prematuri saldi in attesa del rito consumistico del Natale, le luci fanno bella mostra di sé portandosi dietro le invasioni barbariche e questo fine settimana si consacra come un vero inno al consumismo.
Mentre la nuova “moda” è quella di consumare tutto e subito, di cambiare sempre ciò che abbiamo e di fagocitare avidamente il nuovo (che sia il vestito, la meta turistica o il nuovo fidanzato), noi invertiamo questa tendenza e ci “appropriamo” del già noto: la natura e le sue stagioni.
Se la cultura crea saldi destagionalizzati, la natura ci ricorda che siamo sempre nella stagione giusta. Questo è novembre, il “mese di bruma” – che “dinnanzi mi scalda e di dietro mi consuma” – il mese delle foglie che danzano nell’aria. Novembre è il mese della pioggia che abbevera la terra, è il tempo dei letarghi, delle notti precoci e del freddo che irrompe nelle case.
Novembre è il mese che ci ricorda i rami secchi e i campi spogli, senza grano, senza fiori ma ancora senza neve, in cui la natura sembra aver esaurito il suo ciclo vitale.
In realtà i suoi trenta giorni si preparano ad una nuova ciclica rinascita: per i Celti a novembre nasceva il nuovo anno, momento in cui vi era il passaggio tra la morte e la rinascita.
E noi oggi rinasciamo all’aria aperta sotto un cielo che novembre ci regala azzurro e terso. Ma invece di consumare ed esaurire il tempo noi ce lo godiamo fino in fondo, tutto il giorno, pedalando allegramente e osservando questa grande vetrina con sana avidità.
In bike, sulle due ruote della cuccagna che ci fanno attraversare km senza toccare terra, partiamo da Moio della Civitella in un lungo itinerario che ci porterà fino a Controne verso il richiamo del fagiolo.
Moio, circondata da castagni, ai piedi del monte Civitella, nell’alta valle del torrente Badolato a circa 500 m sul livello del mare, ci spinge in discesa verso il passo della Retara. Poi Campora, antica sentinella dei passaggi verso il vallo di Diano, paese di cercatori di funghi, di boschi di faggio e distese di querce che ci fa inoltrare verso il Cilento interno. E poi Felitto, ai piedi del monte Chianello, dove il fiume Calore esce dalle sue gole e dove a tavola non mancano mai i fusilli. Ancora Castel San Lorenzo, dove ci “perdiamo” tra le campagne, lungo tratti sterrati, salite graduali e discese che mettono a rischio il nostro lato b.
Attraversiamo i borghi dell’interno tra l’odore dei camini autunnali e delle castagne sul fuoco. C’è un orto per ogni ingresso e un impagabile silenzio.
Siamo nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, dove non c’é il suono dei clacson e lo stop obbligato dei semafori. Niente auto o donne stressate dallo shopping: incontriamo cani, mucche al pascolo, pecore su strada e cavalli sonnolenti. Scivoliamo sulle vie in discesa cantando, paghi e giubilanti come i bambini il sabato all’uscita dalla scuola. Solo che noi oggi non abbiamo il peso dei libri, ma quello dell’euforia che ci porteremo dietro per giorni.
Pedaliamo verso Castelcivita da cui poi solo la sera ci accompagnerà a Controne.
Controne, sotto gli Alburni, tra campi ed olivi ed i suoi fagioli. Fagioli bianchi, tondi, digeribili e saporiti, che la roccia sotto i terreni fertili e la risorsa acqua hanno reso possibile dal XVI secolo, facendo di esse gli ambasciatori di queste terre.
Fagioli con le scarole, con le salsicce, con le castagne, con le lagane e con le seppie; fagioli con i tozzetti di pane e olio o con funghi e con il tartufo. Fagioli per primo e fagioli per accompagnamento. Fagioli da sopra e fagioli da sotto. E per digerire? Per digerire sul serio ci vuole il dessert: cannoli cioccolato e crema gialla, zeppole calde e zeppoline con zucchero e miele, calzoncelli di castagne e crostata di marron glacé. Ma digerire veramente lo si fa solo camminando! E allora via ad un altro tour serale tra gli stands delle tipicità locali: tutto anche qui rigorosamente “made in Cilento”.
Siamo pronti ora a ripartire a “tutto gas” dopo l’incontro con il “Re Fagiolo”. Vorremo acquistare ogni prodotto che abbiamo assaggiato e godere ancora di altro tempo.
Ma siamo così appagati da questa giornata che per una così autentica beatitudine non c’è spesa che tenga.
“Contrariamente a quello che succede quando sono in macchina, dove il paesaggio si dà a vedere e non ad essere, in bicicletta io ci sono seduto dentro.”
Paul Fournel
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