Caso Fadil, Travaglio attacca Berlusconi: “Come Andreotti per Mino Pecorelli”
Il giornalista Marco Travaglio chiama in causa Berlusconi sulla morte di Imane Fadil. E paragona il caso a quello di Mino Pecorelli
Paragoni importanti, di quelli che fanno gelare il sangue. Marco Travaglio non è certo uno che va per il sottile, soprattutto con Silvio Berlusconi. Il giornalista, in un articolo su Il Fatto Quotidiano, non ha direttamente chiamato in causa l’ex premier, ma ha lasciato intendere che potrebbe esserci il suo zampino sul delitto di Imane Fadil. Inoltre, ha paragonato il caso a quello di Mino Pecorelli.
“Probabilmente Benito Mussolini non ordinò l’assassinio di Giacomo Matteotti: lui o chi per lui si limitò a far sapere ai suoi che quel deputato socialista, con le sue denunce sulla fine della democrazia e sulle corruzioni di alcuni gerarchi del neonato regime fascista stava rompendo i co****ni. Probabilmente Giulio Andreotti non ordinò l’assassinio di Mino Pecorelli. Lui o chi per lui si limitò a far sapere ai suoi che quel giornalista molto, troppo informato stava rompendo i co****ni.” esordisce Travaglio.
Successivamente, il giornalista passa all’attacco: “Sicuramente Silvio Berlusconi non ha ordinato il probabile avvelenamento di Imane Fadil. I testimoni B. di solito li compra, non li ammazza. E tutto poteva augurarsi, fuorché la morte di una teste-chiave del processo Ruby e il ritorno del Bunga Bunga sulle prime pagine dei giornali. Infatti, negando le sentenze e persino l’evidenza ha provato a smentire di aver mai visto Fadil. Ma purtroppo nessuno può escludere che c’entrino i vari ambienti criminali che lo circondano da quasi mezzo secolo, da Cosa Nostra alla massoneria deviata, dal sottobosco dell’eterna Tangentopoli ai gigli di campo di Putin. Cioè che qualcuno abbia voluto fargli un favore non richiesto, o lanciargli un messaggio avvelenato per ricattarlo, o ricordargli qualche promessa non mantenuta.”
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