30 Giugno 2015 - 16:49

Campania, Ecomafia in calo, ma sempre troppo presente

La Campania si conferma la regione più sfregiata dal mattone selvaggio con 835 infrazioni accertate, 14,5% del totale nazionale

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Un mostro, non più invisibile, di rifiuti e cemento morde la Campania: 3.725  reati ambientali, 37 arresti, 3636 persone denunciate e arrestate e 1.202 sequestri.

Provincia di Avellino, Napoli e Salerno maglie nere a livello nazionale sulla cemento connection.

Ma la Campania non è più leader nazionale, scavalcata da Puglia e Sicilia. In controtendenza rispetto agli altri anni si registra il calo dei reati in Campania, misurabile nell’ordine del 21% circa, in particolare nella provincia di Napoli, dove la riduzione è stata del 36%.

Forse, i riflettori accesi di recente sulla Campania (soprattutto grazie alla moltiplicazione delle emergenze ambientali e sanitarie, che ha portato all’emanazione dello stesso Decreto Terra dei fuochi) può, almeno in parte, spiegare questa riduzione del numero di reati.

Campania, Ecomafia in calo ma sempre troppo presente

Campania, Ecomafia in calo ma sempre troppo presente

Presentato a Roma l’edizione 2015 del rapporto Ecomafia di Legambiente, realizzato col contributo di Cobat, ed edito dalla giovane casa editrice campana Marotta e Cafiero.

Analizzando le tipologie di reato, Ecomafia 2015 evidenzia in Campania come detto il calo dei reati per illegalità ambientale ma con cifre sempre inquietanti che fotografano un elenco di abusi di cemento, di veleni, di territorio martoriato, di ben 86 clan che in questi anni hanno fatto e fanno affari.

Una  istantanea di una regione Campania da troppo tempo in balia dell’ecomafia e in generale della criminalità ambientale, che non è spiegata solo dalla Terra dei fuochi e dai suoi drammi, ma anche dai mille risvolti eco-criminali che in tutta la regione continuano a trovare uno dei territori d’elezione .Di particolare rilievo, al riguardo, è lo sforzo investigativo compiuto in provincia di Napoli , che diventa la seconda in Italia come numero di illeciti (1647),  seguita da Salerno (1090).

“L’ecomafia – denuncia Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania   è sempre lo stesso mostro che continua a mordere il paese e a ucciderne la bellezza. Troppo pericolosamente, come raccontiamo da più di 20 anni. L’edizione del 2015 si apre con una buona notizia, una data da ricordare , l’anno della legge che introduce finalmente nel codice penale uno specifico Titolo dedicato ai delitti contro l’ambiente, che punisce chi vuole fare profitti a danno della salute collettiva e degli ecosistemi. Uno strumento fondamentale per combattere anche quella zona grigia, dove impera la corruzione che è diventata il principale nemico dell’ambiente a causa delle troppe amministrazioni colluse, degli appalti pilotati, degli amministratori disonesti e della gestione delle emergenze che consentono di aggirare regole e appalti trasparenti. Necessario un cambio di passo, senza una lotta efficace contro le varie forme di criminalità ambientale non ci potrà mai essere nessuna svolta green in Campania, né il rilancio della nostra economia sotto il segno dell’efficienza, dell’innovazione e della sostenibilità.”

In Campania l’intreccio tra camorra e politica è un impasto di cemento.

Sul fronte dei rifiuti dopo la Puglia, leader nazionale, troviamo la Campania con 896 reati, 1.070 denunce, 28 arresti (è comunque la regione con il maggior numero di arresti) e 402 sequestri.

A livello regionale segue la Provincia di Salerno con 166 infrazioni, 185 persone denunciate e 71 sequestri, poi Caserta con 115 infrazioni, 125 persone denunciate e due persone arrestate con 77 sequestri.

Alto il numero di inchieste di traffico organizzato di rifiuti (art. 260 Dlgs 152/2006), ben 89 a partire dal 2002 con 424 ordinanze di custodia cautelare emesse e ben 160 aziende coinvolte con otto procure su scala regionale impegnate nelle indagini.

Quest’ anno nel rapporto Ecomafie di Legambiente focus sulla corruzione con un intervista di Toni Mira a Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità nazionale anti-corruzione, che nell’intervista afferma: “Gli appalti pubblici nel settore dell’ambiente sono tra quelli più esposti alla corruzione e alla criminalità organizzata”.

I dati in questo senso parlano da soli. Sono in Campania sono 27 le inchieste sulla corruzione in materia ambientale concluse con l’arresto di 303  persone e la denuncia di 98 persone.

I numeri del crimine ambientali regione per regione, le notizie di attualità e numerosi approfondimenti sono disponibili sul portale www.noecomafia.it.

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