5 Maggio 2020 - 10:51

Gino Bartali: 20 anni fa moriva un eroe della resistenza, in bici e in guerra

gino bartali

Il 5 maggio di 20 anni fa moriva il grande Gino Bartali, uno dei più grandi campioni del ciclismo italiano e non solo. Durante la guerra salvò molti ebrei dall’Olocausto

Uno dei più grandi uomini di sport e del ciclismo moriva il 5 maggio di 20 anni fa. Si tratta di Gino Bartali, il “Ginettaccio” come era amichevolmente soprannominato. Nel suo palmares è possibile annoverare la vittoria di tre Giri d’Italia (1936, 1937, 1946) e due Tour de France (1938, 1948). Oltre alle grandi competizioni, si distinse anche in diverse competizioni minori come la Milano-Sanremo e il Giro della Lombardia. Grazie a lui, secondo molti, fu evitata una vera e propria guerra civile italiana che sarebbe potuta scaturire dall’attentato a Palmiro Togliatti. La vittoria del Tour de France del ’48, infatti, contribuì a risollevare gli animi, favorendo, probabilmente, un allentamento delle tensioni politiche italiane dell’immediato dopo guerra.

Gino Bartali nacque a Ponte a Ema il 18 luglio 1914 e sin da piccolo, grazie al padre Torello artigiano di biciclette dall’età di 9 anni, iniziò a mangiare chilometri sulle due ruote. La prima vittoria avvenne all’età di 16 anni nella gara Rovezzano-Rosano, dalla quale venne tuttavia squalificato per non essere ancora maggiorenne. La prima vittoria ufficiale arrivò invece nel 1931.

Gli anni della guerra

La sua carriera da professionista inizia ufficialmente nel 1934 e durerà ben 20 anni, anni durante i quali Bartali è costretto a fare i conti con il secondo conflitto mondiale che lo ha privato di tanti successi. In particolare, durante la guerra, si adoperò come riparatore di gomme di biciclette, iniziò poi ad indossare la divisa della GNR e contribuì a salvare molti ebrei dall’Olocausto trasportando documenti falsi all’interno dei tubi della sua bicicletta. Grazie a questa sua opera di coraggio, fu insignito dallo Yad Vashem del titolo di “Giusto tra le Nazioni“. L’ultima gara che Gino Bartali ha corso risale al 1954 a Città di Castello.

Famosa anche la sua rivalità sportiva con Fausto Coppi, di cui era più grande di 5 anni, dovuta anche ad una probabile divergenza di opinioni politiche. Tuttavia è memorabile l’immagine che ritrae i due rivali nell’atto di scambiarsi una bottiglia d’acqua in corsa.

Fervente cattolico, oltre ad adoperarsi in molteplici azioni benefiche, si costruì anche una cappellina dedicata a Santa Teresa in onore del fratello Giulio, morto prematuramente proprio durante una corsa in bici. Ed è proprio in questa cappella appartenuta a Gino Bartali che oggi, in occasione del ventennale della sua morte, la diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino ha deciso di effettuare nel pomeriggio alle 16, una celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino che verrà trasmessa in diretta streaming.