Transizione ecologica: le funzioni del nuovo Ministero
Il nuovo Ministero della transizione ecologica sarà simile ai dicasteri di Francia e Spagna. Avrà competenze nell’ambito della sostenibilità
Il Ministero della transizione ecologica è realtà. Il premier incaricato Mario Draghi sembra aver accolto le richieste del padre del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo in merito al dicastero “green”. Ancora non sono chiare le competenze e se ne saprà di più una volta che si sarà insediato il nuovo governo. Intanto è possibile fare delle ipotesi su quelle che saranno le funzioni.
I compiti del nuovo Ministero
Una buona parte dei fondi del Next Generation UE saranno destinati alla declinazione ambientale dell‘economia, a partire dalla transizione energetica per arrivare al taglio del 55% delle emissioni entro il 2030 e alle neutralità carbonica entro il 2050. Questo significa che non solo va accelerato il passaggio dagli idrocarburi alle rinnovabili e all’idrogeno, ma occorre che ogni decisione di di politica industriale sia presa considerando le sue ricadute su clima, ambiente e sostenibilità. Ecco perché è probabile che ci siano più funzioni ministeriali che dovranno essere accorpate per una più razionale attività di coordinamento dei fondi e dei progetti. In questa maniera si seguirebbe il modello francese.
Il modello spagnolo
In Spagna sono andati addirittura oltre le “semplici” competenze di filtro e gestione. Nel paese iberico il ministero dell’Ambiente è diventato ministero della Transizione ecologica e della Sfida demografica. Le sue competenze vanno dalla lotta al cambiamento climatico alla prevenzione delle contaminazioni, dalla protezione del patrimonio naturale, della biodiversità, dei boschi, del mare, dell’acqua a un modello produttivo e sociale più ecologico. Questo potrebbe essere il modello che ha in testa Mario Draghi e spiegherebbe perché il candidato favorito per il nostro paese sia Enrico Giovannini, già presidente dell’Istat.
Un’occasione da non sprecare
Il nuovo Ministero della transizione ecologica potrebbe svolgere un ruolo cruciale non solo nella gestione delle risorse in arrivo. Si tratterebbe di un‘occasione importante anche per regolare la disciplina ambientale caratterizzata da una forte frammentarietà normativa. Il nostro sistema è regolato dal Testo Unico Ambientale (TUA) del 2006 e da norme sparse tra legislazione penale e amministrativa. Soltanto una razionalizzazione della materia potrà permettere una miglior tutela dell’ambiente. Un compito, al quale, il dicastero nascente potrebbe offrire un decisivo contributo. Questo traguardo dovrà quindi essere un‘occasione da non sprecare per valorizzare e proteggere un futuro sostenibile.
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