Estate, il piano del Governo per riaprire gli alberghi entro il 2 Giugno
Il Ministro del Turismo Garavaglia è fiducioso che entro l’estate si potrà far ripartire il settore turistico. E per i viaggi all’estero guarda al “lasciapassare” vaccinale
Al momento non esiste ancora una data per far ripartire il settore turistico. Tuttavia, il Ministro del Turismo Garavaglia spera che il settore possa ripartire a metà maggio, o magari sfruttando come augurio la data del 2 Giugno: la Festa della Repubblica. È durante una conferenza con la stampa estera che il Ministro parla dell’estate. “È la domanda che abbiamo posto nell’ultimo Consiglio dei ministri. Ci è stata data ampia rassicurazione che è intenzione del governo arrivare a una programmazione per l’estate” ha affermato Garavaglia. Che ha aggiunto: “Penso che nel giro di qualche giorno saremmo in grado di dare date certe“.
Il Ministro è stato interpellato anche sulla riapertura di alberghi e ristoranti. Sul tema, il Ministro ha ribadito che “è fondamentale dare date certe, ogni giorno che passa perdiamo potenziali clienti. L’anno scorso abbiamo aperto a metà maggio, non vedo perché non possa essere così anche quest’anno“.
E spunta l’ipotesi del 2 Giugno
Dal momento che è impossibile dare date certe, visto l’andamento della situazione epidemiologica, il Ministro può solo sperare per il 2 Giugno. Non è solo questione di estate, ma anche di simboli. “Non sono in grado di dare una risposta certa sulle date, però in Francia il presidente Macron dice che il 14 luglio apriranno tutto, noi abbiamo il 2 giugno come festa nazionale e speriamo che sia la data giusta” afferma Garavaglia.
E spunta anche l’ipotesi del “lasciapassare” vaccinale per i viaggi all’estero. Qui la questione è decisamente più delicata, visto che sul cosiddetto “passaporto vaccinale” si stanno buttando numerosi competitor internazionali per attrarre turisti per la prossima estate. Non a caso, Garavaglia afferma che: “Vogliamo portare avanti un intervento di prospettiva sull’estate. Andrei per gradi ed il primo intervento è la programmazione“. E ci tiene a precisare che non si tratta di uno strumento che creerà cittadini di serie A e di serie B. “I nostri competitor si stanno già organizzando e per questo abbiamo portato avanti a livello europeo il discorso sul pass vaccinale, che vogliamo chiamare lasciapassare perché non dà diritto a spostarsi solo a chi è stato vaccinato, ma anche a chi è stato malato di Covid o ha un tampone negativo. È uno strumento che va realizzato a livello europeo per evitare divari competitivi“.
Tante buone intenzioni, ma pochi fatti
Innanzi tutto, non si capisce da cosa derivi l’entusiasmo del Ministro. A un anno dall’inizio della pandemia dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che è impossibile fare proiezioni e programmazioni sul lungo periodo. Specialmente adesso che abbiamo a che fare con numerose varianti del virus. L’estate è vicina, troppo vicina per pensare che la situazione epidemiologica possa migliorare abbastanza per il 2 Giugno da consentire la riapertura in sicurezza del settore turistico. La carta della festa nazionale, giocata chiaramente in chiave simbolica e propagandistica, non farà che alimentare – di nuovo – false promesse e aspettative difficili da soddisfare. Il Ministro Garavaglia, come del resto la Lega, parlano spesso di “buon senso”, diventato un autentico mantra per il Carroccio. Ma ogni volta si dimostrano impermeabili al concetto di buon senso. Che senso ha affermare che è difficile dare date certe per poi lanciare l’esca del 2 Giugno? Nessuna, a meno che non si voglia deludere ulteriormente un settore già in ginocchio e una popolazione prostrata da oltre un anno di rinunce.
Meglio stendere un velo pietoso anche sul discorso passaporto vaccinale. Intanto, c’è la truffa semantica del “lasciapassare”, ideata chiaramente per non urtare la sensibilità di chi non vuole vaccinarsi. Poi ce’è la truffa vera e propria: a che serve un lasciapassare che permette di viaggiare sia a chi è vaccinato sia a chi risulta negativo al tampone? A niente. È la classica misura cerchiobottista per accontentare sia chi fa il vaccino sia chi non lo fa. Si potrebbe pensare che questa misura sia a favore del settore turistico, perché aumenta la platea di potenziali viaggiatori, ma in realtà non è così. Un turista non vaccinato ha molte più probabilità di contrarre l’infezione durante il viaggio, per poi tornare in patria contagiato e contagiare altri non vaccinati. E quando i contagi raggiungono una soglia critica non c’è altro da fare che imporre nuove restrizioni. E il primo settore a pagarne lo scotto è proprio il turismo.
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