Bullismo, anche i Vip soffrono? La testimonianza di Paola Cortellesi
Bullismo: il fenomeno colpisce principalmente la persone fragili, ma talvolta anche i personaggi pubblici. Ecco la storia di Paola Cortellesi
BULLISMO: SPESSO LE VITTIME SONO PERSONE INDIFESE, FRAGILI. TALVOLTA PERO’ ANCHE I VIP SOFFRONO: ECCO LA STORIA DI PAOLA CORTELLESI- Il fenomeno del bullismo non conosce limiti territoriali e non riguarda solo alcune categorie di persone. Sebbene spesso le vittime di bullismo siano persone fragili, indifese, più facilmente oggetto di minacce e offese, talvolta il fenomeno colpisce anche persone “più importanti” e famose. Si pensi ad esempio a un’attrice, a un calciatore: talvolta il pubblico non gradisce le prestazioni del soggetto in questione e arriva a criticarlo, minacciarlo e offenderlo sul web.
Paola Cortellesi, celebre attrice, comica e conduttrice, ha rilasciato un’intervista a Vanity Fair, parlando della sua infanzia e degli atti di bullismo subiti. Ecco riportate le sue parole: “Capitava a scuola. Alcuni compagni di classe alle medie mi prendevano in giro. Erano sempre pronti a dirmi che ero sbagliata, proprio come mi sentivo. Riservata, timida, davo del lei: devo essere sembrata un tipo ‘strano’. A ricreazione ci scappava il dispetto, lo spintone, lo schiaffo, mentre io avrei solo voluto divertirmi. Me li ricordo benissimo, quei momenti. Succede. Sempre, ancora, in ogni zona e ambiente. Con epiloghi spesso tragici e insensati. Avevo la fortuna di una famiglia forte e coesa. In quel periodo i miei fratelli maggiori mi sostennero molto, insegnandomi che il rispetto degli altri non deve mai far dimenticare se stessi”.
Insomma, anche la super Paola Cortellesi ha i suoi scheletri nell’armadio. Un’infanzia complessa, resa pubblica con il sorprendente racconto sul bullismo subito da piccola. Per fortuna l’attrice italiana ne è uscita, grazie a un carattere forte e a una famiglia molto unita e coesa. Ma spesso per le vittime non è così semplice denunciare o semplicemente raccontare ciò che è accaduto. Paola, con la sua testimonianza, vuole rappresentare un esempio e lanciare un messaggio: non bisogna mai vergognarsi di dire quello che succede, perché la colpa non è mai di chi subisce, ma di chi prova a fare del male fisicamente e/o psicologicamente agli altri!
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