12 Ottobre 2021 - 08:43

Rummenigge punge la Uefa “Serve un Fair Play Finanziario 3.0”

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L’ex presidente del Bayern Monaco propone un Fair Play Finanziario con pene più severe per i club che non rispettano i parametri stabiliti

In questo periodo di crisi del mondo del pallone sembra che si faccia a gara promuovere nuovi regolamenti più o meno coerenti con la situazione attuale, l’ultima proposta direttamente alla Uefa è arrivata da Karl-Heinz Rummenigge.

L’ex presidente del Bayer Monaco e leggenda del calcio tedesco ha dettato, a suo modo, la strada da seguire per far rientrare il calcio sui giusti parametri, sopratutto finanziari, proponendo alla Uefa di rivoluzionare completamente l’attuale Fair Play Finanziario con pene più severe per gli adempienti.

Intervenuto al “Welt am Sonntag” l’ex campione d’Europa 1980, ha posto le basi del duo Fair Play Finanziario 3.0: “Se un club viola le regole, deve sapere esattamente cosa aspettarsi e non deve poter agire in una zono grigia. Abbiamo bisogno Fair Play Finanziario 3.0, che sia applicato in modo coerente e rigoroso e che includa una specifica lista di sanzioni, fino all’esclusione dalla Champions League“.

Pene rigorose che, a suo dire, incentiverebbero i club a rigar dritto. Quando si parla di “luxury tax” in stile NBA, che consentirebbe alla Uefa di multare qui club che decidono violare volontariamente le regole, invece, Rummenigge è molto scettico. “Stiamo veramente parlando di punire economicamente società come Paris Saint-Germain e Manchester City, dove il denaro è una questione piuttosto relativa?

Che si chiami Fair Play Finanziario 3.0 o luxury tax poco importa, l’importante è cercare di trovare il giusto compromesso per permettere al mondo del calcio di poter ripartire più forte di prima, senza più vedere club indebitati fino all’osso e altri che vanno avanti come se niente fosse successo.

Qualcosa si muove

In questa direzione, va l’ultima proposta della Uefa di seguire il modello imposto dalla Liga di controlli a priori, anziché a posteriori, che portino ad eventuali sanzioni. Una sorta di tetto massimo di indebitamento al quale i club dovranno sottostare per poter partecipare alle grandi competizioni europee.

Se si vuole tornare a numeri pre-pandemia la rivoluzione finanziaria sembra l’unica strada percorribile e, forse, è giunta anche l’ora che i calciatori, gli unici a non aver pagato dazio al covid, facciano la loro parte.