“Milano non esiste”, Ermal Meta sì: la recensione del nuovo singolo
“Milano non esiste” è il nuovo singolo di Ermal Meta. La città diventa centro di uno scenario controverso in cui scompare. Il cantautore invece emerge ed incanta i fan
Milano non esiste è il nuovo brano di Ermal Meta. Fuori dallo scorso 26 novembre, il pezzo ha una cover che omaggia il Duomo con una stilizzata a neon. É inoltre l’ultimo estratto dal fortunato album “Tribù Urbana”. A proposito di ritualità tribali e giungle metropolitiche, Milano è certamente un coerente esempio, la copertina perfetta di un discorso illuminato dalle luci della notte.
Milano è infatti fulcro dell’ultima riflessione in musica di Ermal Meta. La città osserva silente le vite che l’attraversano, inclusa quella del Nostro cantautore. Il background semantico è proprio questo: quello di una ripresa video in soggettiva. Osserva, ma è osservata. Giudica, ma non è giudice. Il testo alterna un turbinio di controsensi che rendono il brano attrattivo dal punto di vista del significato.
Milano non esiste, ma Ermal Meta sì. L’intento di non soccombere alle suggestioni della ‘Piccola mela’ viene sapientemente raggiunto. Poiché il pezzo alla fine dimostra di non essere una semplice canzone dedicata ad una città, ma di avere un nucleo a sé stante. Nonostante l’urbe del nord tenda ad assorbire persino i pensieri di chi la vive, in questo caso si dissolve.
Milano non esiste/ stasera esisti solo tu/mi basta solo questo a farmi respirare/
per questa sera non c’è niente/stasera esisti solo tu
Più forte è l’urgenza di emergere dal caos, dal tepore delle luminarie da insegna pubblicitaria, dal frastuono dei clacson. Più forte di Milano stessa c’è una canzone e qualcuno di speciale a cui poterla dedicare. Eppure ci sono attimi in cui si ha il bisogno di starsene soli. Soli con Lei che ancora guarda e si commuove, perché sa essere matrigna, ma anche consolatrice.
Milano non esiste/ma a volte incontri solo lei/quando ti perdi sapendo dove andare/e ti sorride solo un cane
É meraviglioso il dubbio finale in cui Ermal Meta lascia vagare l’ascoltatore. La canzone si chiude con un interrogativo senza pretesa di risposta. Il cantautore invoca in due riprese: “amore mio”. Sta parlando dell’amata o della città? Chi può dirlo? E quanto importa saperlo? E se alla fine tutto resta solo una bugia, anche la risposta potrebbe apparire puramente referenziale. Confusa, vorticosa, proprio come Milano sa di essere.
Milano è una puttana che dice una poesia/stasera non ho più voglia di capire
e non ho più voglia di cambiare/
esisti tu, esisto io/amore mio, amore mio/ Stasera esisti solo tu
Milano non esiste sorprende, conquista anche dal punto di vista melodico. É un pop calibrato a regola d’arte con qualche scossone di elettronica, ma senza eccessi. E mentre la metropoli se la ride sornione, il cantautore albanese ringrazia. La città diventa centro di uno scenario controverso in cui scompare. Il cantautore invece emerge ed incanta i fan.
Ascolta Milano non esiste
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