Macron-Putin: l’obiettivo è scongiurare la guerra
L’asse Macron-Putin è tutto impostato sulla voglia di tracciare il giusto sentiero per l’Europa. Il presidente francese ha contattato Biden
Si vuole tentare qualcosa di effettivamente (quasi) impossibile. Ciò che è trapelato dagli ultimi incontri tra Macron e Putin è che entrambi i leader vogliono tentare di mettere a tacere qualsiasi tipo di discordanza sulla questione Ucraina. Da un lato, il Cremlino ha fatto sapere che c’è comunque ancora distanza con la Francia, ma che la voglia di mediare e trovare un accordo è assolutamente veritiera. Dall’altro, invece, i transalpini sono molto fiduciosi nel trovare un accordo in breve tempo.
L’incontro tra i due è sicuramente molto importante anche dal punto di vista strategico. Macron, infatti, dopo la Merkel che ha chiuso la sua “era”, è colui che più ha mediato/scambiato pareri proprio con Putin. Sicuramente, è la persona che meglio lo conosce e con cui il leader russo ha più contatti e ha scambiato più informazioni negli ultimi anni. Se da un lato Biden non sembra in grado di risolvere la crisi, il leader francese ha capito che la partita e il tavolo si gioca su altro.
Ciò che interessa davvero al presidente russo è una ridefinizione degli accordi che riguardano anche la NATO e l’Unione Europea. Questo, Macron, lo sa benissimo, e proprio per questo sembra voler offrire i migliori omaggi al suo dirimpettaio russo. Il leader francese più di ogni altro ha avuto cura in questi anni di tenere aperta la porta del dialogo anche nei momenti più difficili.
Gli obiettivi
Macron conosce bene Putin. Ci ha parlato lungamente già un paio di volte in queste tese settimane, ed è giunto alla conclusione che il leader russo non ha (ancora) preso la decisione di usare la forza in Ucraina. Il suo vero obiettivo è quello di vedersi riconosciuta nero su bianco da Stati Uniti, NATO e UE, una propria zona d’influenza nei territori della defunta Unione Sovietica. Il russo tenta di arrivarci nei modi che meglio conosce: aspettando prima le mosse degli avversari.
Per Putin, la questione relativa all’Ucraina è da giocare su un figurato scacchiere. Il leader russo gioca d’attesa, rispondendo colpo su colpo alle mosse degli avversari. Ed ecco perché ancora non vuole cedere: per dimostrare la sua posizione di forza nei confronti dell’UE, sua vera “nemica” per i negoziati con Macron. Il francese, d’altronde, ha capito che il russo si sta facendo terra bruciata attorno (soprattutto per quel che riguarda i Paesi correlati alla sua nazione) e vorrebbe sfruttare quella breccia che si è creata.
Se davvero Putin non si vedrà concedere nulla su questo aspetto cruciale, non si capisce se si vorrà accontentare di qualche concessione sui missili o sui contingenti di truppe NATO in Europa. D’altronde, un’altra partita importante la si sta giocando tra Germania e USA. Il cancelliere Scholz era alla Casa Bianca, a colloquio con Biden. La Germania si mostra riluttante a scendere a patti con la Russia, e dunque cerca conforto nei suoi nemici “giurati”.
Cosa può succedere ora?
Il futuro dell’asse Macron-Putin, a questo punto, è ancora tutto da decifrare. Quale può essere la strada che può sbloccare la faccenda e l’impasse? Il punto d’incontro potrebbe essere un nuovo vertice in formato Normandia, che soprattutto farebbe contento il presidente ucraino Zelensky. Il capo vedrebbe di buon occhi la partecipazione, oltre che del suo Stato, anche di Russia, Francia e Germania.
Per questo, Macron ha riservato delle parole importanti.
“La determinazione condivisa ad applicare gli accordi di Minsk è l’unico percorso che ci consente di costruire la pace, che ci consente di costruire una soluzione politica accettabile. La Francia è determinata a fare tutto il possibile per proseguire gli sforzi di mediazione.” ha affermato il capo dell’Eliseo, a margine dell’incontro.
L’ambasciata britannica a Mosca ha confermato che la ministra degli Esteri britannica Liz Truss prevede di tenere dei colloqui con il suo omologo russo Serghiei Lavrov e che i negoziati sono in programma a Mosca il 10 Febbraio. L’obiettivo, naturalmente, è quello di evitare un’escalation militare che non farebbe altro che impoverire lo stato già precario di un Europa da rifondare.
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