Il Volo, Ad Astra: un album folgorante e coraggioso
Ad Astra è una creatura firmata Il Volo e cucita al millimetro per Il Volo. Un concept album che mette al centro la voce. La recensione
Ad Astra è il primo album di inediti de Il Volo, fuori dallo scorso 29 marzo e già primo nelle classifiche di vendita.
Un risultato sorprendente se si considera l’immeritato piazzamento sanremese di Capolavoro, ottavo su trenta brani in gara. Pensandola in termini sportivi, il trio pare alla stregua di quella squadra che trascura il tricolore per portare a casa la Champions League e la coppa dei campioni di Ignazio, Piero e Gianluca si chiama “Ad Astra”.
Un album folgorante – nell’intenzione e nella resa – in cui l’intro strumentale Per aspera e la chiosa finale Ad Astra riscrivono una citazione virgiliana e aprono una strada coraggiosa verso il pop.
Il progetto confezionato ad hoc per evidenziare l’indipendenza tecnica delle tre voci, ben distinte per colore e forma, non vuole essere pop, ma iniziare a guardare in quella direzione. Svilire la natura stessa del gruppo avrebbe significato infatti, tradire la main promise fatta al loro pubblico ben 15 anni prima e questo i ragazzi de Il Volo lo sanno bene.
“Ad Astra” è una storia di maturità artistica, sceneggiata dall’entusiasmo e dal lavoro congiunto. L’obiettivo? Ampliare un target fidelizzato, ma sin troppo concentrato. Una maggiore presenza degli artisti sulle principali piattaforme social conferma questa vision, oggi non solo possibile, ma persino avviata.
La via possibilista è quella di raggiungere quella parte di generazione distratta da musica campionata e canzoni uptempo, uscendo questa volta – almeno in parte – dalla comfort zone del bel canto.
Focus sull’album
Frammenti di universo tocca la vetta più alta di un Olimpo fatto di orchestrazioni pazzesche, pasta timbrica ed interpretazioni personalissime. Non deludono nemmeno i testi che giocano con i pianeti, quelli di Saturno e Venere in feat con Irama, e descrivono con dovizia di particolari la chimica di un Chiaro di luna. Capolavoro non ha bisogno di troppi preamboli, gli va però riconosciuto il merito di aver aperto lo sguardo a mire esplorative, quelle de L’infinito e di Opera, le due chicche più tecniche dell’intera tracklist. In particolare Opera ha l’impalcatura di un’epopea musicale, quasi fruibile per il teatro.
Il mondo all’incontrario disegna l’utopia futuristica di una prospettiva migliore, mentre Succede stupisce per il mood esplosivo fatto di esattezza di esecuzione e precisione. In reminiscenza sanremese, coniata dalla serata cover, si inserisce anche il guizzo firmato Queen con l’incredibile riproposizione di Who Wants to Live Forever.
Nessuna rivoluzione pop, dispiace deludere i fautori del caso, “Ad Astra” è una creatura firmata Il Volo e cucita al millimetro per Il Volo. Una folgore di eccellenza, un concept album che mette al centro le voci, quelle di Ignazio, Piero e Gianluca.
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