Giulio Regeni diventa un caso globale
Giulio Regeni, un cittadino del mondo massacrato: gli amici non esitano a rispondere senza violenza, ma semplicemente diffondendo la sua storia in ogni angolo del mondo
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Chiedono di sapere la verità gli amici di Giulio Regeni, ma stavolta non è un fenomeno circoscritto, non è solo un caso “italiano”, le voci che si stanno levando provengono da ogni angolo del globo: Parigi, Bogotà, New York, Londra.
Il giovane ricercatore scomparso al Cairo il 25 gennaio e ritrovato, barbaramente ucciso il 03 febbraio sempre in Egitto, aveva creato nel tempo una fitta rete di amicizie internazionali.
Descritto da tutti come uno studente modello, Giulio era l’esempio della nuova generazione di studiosi aperta al mondo in senso critico e pacifico, nella misura in cui anche in un paese dall’impostazione diametralmente opposta al nostro come l’Egitto, era arrivato non per imporre la propria visione, bensì per studiare il loro sistema.
Viene da porre in questione i rapporti tra il nostro paese e quelli che Andrea Teti, docente italiano di Relazioni internazionali all’Università di Aberdeen in Scozia chiama “regimi instabili“. qual è appunto l’Egitto.
Resta in ogni caso impressionante la mobilitazione effettuata dai colleghi e dagli amici in ogni angolo del mondo, un modo per mantenere alta l’attenzione mediatica ed impedire che ai genitori venga “venduta” l’ennesima verità di facciata sulla morte di Giulio.
Gala, Rebecca, Jackson, Ramon, Andrea, persino Valentina Bach direttrice dei “Collegi del Mondo Unito” tutti gli amici, nonchè la sua famiglia, stanno impedendo che questa storia cada nel dimenticatoio, chiedono giustizia senza sangue, chiedono che gli sia almeno data la possibilità di sapere. [ads2]
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